Commento dal pulpito di James Nisbet
Proverbi 4:7
LA COSA PRINCIPALE
'La saggezza è la cosa principale; acquista dunque sapienza e con tutto ciò che ottieni ottieni intelligenza».
I. Ci deve essere realtà nella nostra conoscenza. —Deve essere la vera conoscenza delle cose reali. Dobbiamo essere sicuri che, in prima istanza, lo recepiamo nel modo più accurato possibile. Non dobbiamo colmare a noi stessi le difficoltà, piccole o grandi che siano, né scavalcarle, lasciandoci alle spalle una parte che non è sana o solida.
II. Non esiste una cosa come la conoscenza inutile, e la conoscenza della teoria è una cosa più grande della conoscenza della pratica. ‑ Per dirla diversamente, la conoscenza dei principi è al di là, e più grande, e più importante, del fare le cose per quanto bene senza comprenderle. Per quanto reale possa essere la conoscenza che acquisisci di un numero qualsiasi di dettagli, è solo comprendendo i principi che puoi sperare di fare un uso qualsiasi dei dettagli che possano far avanzare o rafforzare ogni singola buona causa.
III. Il potere di usare la conoscenza deve provenire da qualcosa al di fuori della conoscenza stessa. — La mente può essere immagazzinata con fatti, e con teorie vere e con molte osservazioni sagge; ma in fondo è solo considerando, riflettendo, osservando, che possiamo mettere a frutto ciò che abbiamo già acquisito per noi stessi o per gli altri. Tale saggezza è "al di sopra e al di là dei nostri studi". Perché è al di là di tutta quella sapienza che viene dall'alto, che il Padre dona a coloro che lo chiedono.
—Arcivescovo Benson.
Illustrazione
«Si racconta la storia di una nave baleniera nei mari del sud. Si stava riempiendo velocemente. Le barche furono ammainate, rifornite, equipaggiate, cominciarono a decollare, quando, all'improvviso, due uomini balzarono in mare, nuotarono in fretta verso la nave che affondava, afferrarono una cassa, balzarono di nuovo per dirigersi verso la barca in attesa; ma la nave affondò e furono trascinati nel turbine delle acque. Ma riemergono, ancora aggrappate alla cassa, e, infine, vengono tirate, sfinite, ma con la preziosa cassa, a bordo della barca in attesa.
La scatola conteneva la bussola, che nella fretta era stata dimenticata. La bussola era la loro unica guida possibile per salvarsi da quei mari solitari. Pertanto, a tutti i rischi, deve essere avuto. Così preziosa e inesorabilmente necessaria è l'“istruzione” alla tenuta salda di cui siamo qui incaricati. È religione; è la bussola della vita. Senza di essa la vita non è che congetture casuali e ultima rovina. Può solo sterzare dritto, e per il porto, chi tiene con sé e segue la bussola della lealtà a Dio, della coscienza, del dovere».