Commento dal pulpito di James Nisbet
Romani 16:25,26
LE SCRITTURE DEI PROFETI
'Il mistero che... ora è reso manifesto, e, mediante le scritture dei profeti, secondo il comandamento del Dio eterno, reso noto a tutte le nazioni, per l'obbedienza della fede.'
Sono sempre più colpito dalla testimonianza interna della propria capacità di esiti soprannaturali che emerge da una rinnovata riflessione sulla struttura della Bibbia. Contempla come sta davanti a te.
I. È allo stesso tempo molti libri e uno . ‑ È il prodotto di molte generazioni, eppure immortalmente adattato a tutti i tempi. È la letteratura di una nazione orientale, di una nazione provinciale orientale, eppure è il Libro dell'uomo universale; si dimostra tale, sempre di più. Sì, rifletti su questo profondo paradosso, che tuttavia è un fatto solido.
II. Come si riassumeva finalmente in un Libro questa letteratura millenaria? — Quale magia ha reso sublimemente una tale Biblioteca un'opera di carattere e portamento morale, una nella presentazione di Dio, dell'uomo, del peccato, della giustizia, della redenzione? In che modo i suoi vari tipi di forma letteraria, le sue storie, poesie, allegorie, sermoni, biografie, predizioni, da un aspetto di cento menti, si sono così uniti da impressionare nondimeno il lettore, il lettore toccato da una simpatia per la Bibbia, genuino, per quanto imperfetto, essendo per tutto il tempo opera di One Mind? La ragione non risponde, a voce alta almeno quanto la fede, che è così perché qui c'è «il dito di Dio»?
III. Il Libro è abbondantemente umano . Ma rifiuta assolutamente di essere giustamente inteso come meramente umano. Essa scaccia da sé, per i suoi fenomeni essenziali, il naturalismo povero e superficiale - superficiale, per quanto brillantemente presentato - superficiale, per quanto circondato da una massa di sapienza - che gli nega la presenza profonda di un elemento propriamente miracoloso. Il Libro afferma il miracoloso in esso per la sua struttura vasta e coerente. Quindi ci prepara ad accreditare, abbracciare, adorare il miracoloso, non solo nella sua storia e nella sua profezia, ma anche nei suoi risultati di miracolo morale sull'anima dell'uomo.
IV. Non c'è dogma su cui gli scrittori dispersi delle prime età cristiane siano più enfaticamente uniti, semper, ubique, omnes , che sul carattere divino, l'autorità suprema, il valore glorioso per tutto il nostro bisogno spirituale, delle Sacre Scritture. San Crisostomo parla a nome di tutti i suoi coetanei e di tutti i suoi predecessori quando invita tutti gli uomini che possono a comprare le Scritture ea leggerle.
Parla come una voce della Chiesa quando dice, nel suo preambolo ai Romani, che tutti i tumulti e gli errori del pensiero religioso, tutta l'epidemia di eresie, tutti i stanchi, miserabili conflitti all'interno della Chiesa, i nostri disordini di vita, 'la nostra infruttuosità della fatica', nasce dall'ignoranza delle Scritture. È lui, se non erro, il grande predicatore divulgatore, mai stanco della sua Bibbia, che dice (o se il trattato non è suo, è della sua scuola) che negli ultimi e più difficili giorni della cristianità tutto il resto sarà fallire; le istituzioni della Chiesa vacilleranno; ma le Scritture saranno il soggiorno della Chiesa e la sua parte per sempre, sì, anche in quell'ora buia.
V. A quelle Scritture torniamo , con lo studio reverenziale che le comprende perché, nel timore di Dio, le simpatizza. In compagnia di loro viviamo e moriamo. E intanto partecipiamo con gratitudine e con speranza a qualunque opera che cerchi, «per mezzo delle Scritture dei profeti» e degli apostoli, di «far conoscere il mistero» dell'amore redentore «a tutte le genti, per l'obbedienza fede», e per la speranza della gloria.
—Vescovo HCG Moule.
Illustrazione
«All'interno della cristianità, e al di là di essa, sono oggi ampiamente, magnificamente, visibili i suoi effetti promessi. “L'ingresso della Parola illumina”; essa “converte l'anima”; “testimonianza di Cristo”; esso “prepara la Sua via”. Quella “via” la Bibbia, letta tutta al di fuori dell'insegnamento del missionario, si sta preparando in innumerevoli cuori in India, Maomettano e Hindoo. E mi è giunta una misteriosa storia, su prove che ritengo indubitabili, di una comunità di ebrei nell'Arabia centrale, così isolata che non avevano mai sentito nemmeno una voce del nome Gesù di Nazareth e che poi, quando il loro Rabbino ricevette, da Il Cairo, inviato di nascosto amoroso, una copia del Nuovo Testamento in ebraico, ha accolto subito la sua testimonianza, e ha posseduto Gesù come il loro vero Messia, e ha adorato nel suo nome.'