Commento completo di John Trapp
1 Corinzi 8:2
E se qualcuno pensa di sapere qualcosa, non sa ancora nulla come dovrebbe sapere.
ver. 2. Se qualcuno pensa ] Questa è una cosa che so, che non so nulla, disse Socrate. Nessuno dei due lo so ancora, che non so niente, dice un altro. Benché mi conosca ignorante di molte cose (dice una terza), tuttavia oso professare audacemente con Origene, Ignorantiam meam non ignore, non ignoro di essere ignorante. La maggior parte della nostra conoscenza non è che la minima parte della nostra ignoranza.
Eppure, come possiamo pensare di sapere tutto ciò che è conoscibile: come nell'esercito di Alcibiade tutti sarebbero capi, nessuno apprendista. Epicuro disse di essere stato il primo uomo a scoprire la verità, eppure in molte cose era più cieco di uno scarafaggio. (Aug. de Civ. Dei, 16.) Arato l'astrologo si vantava di aver contato le stelle e di averle scritte tutte. Hoc ego primus vidi, l'ho visto per la prima volta, disse Zabarel.
E Laurentius Valla si vantava che non c'era logica degna di essere letta se non questa, che perciò chiamava Logicam Laurentinam. Joseph Scaliger è per la sua cultura umana chiamato da un tale Daemonium et miraculum hominis naturae, un uomo ineguagliabile. Ma sicuramente era stato felice per lui di essere stato all'oscuro di questa cosa, di sapere così tanto. Avrebbe potuto, per la sua abilità nelle lingue, fare molto progredire la repubblica letteraria, se non si fosse tanto ammirato, e più seriamente colpito da sembrare spiritoso che ponderoso.
Il vino è buono, quando va al cuore ad rallegrarlo; ma quando tutto sale fino alla testa, gli fa venire le vertigini: così fa la conoscenza. Nestorio l'eretico si vantava di aver compreso solo lui le Scritture; e che, fino al suo tempo, tutto il mondo era oscurato. In seguito cadde in un'orrenda bestemmia e morì in esilio.