E quando Athalia, madre di Acazia, vide che suo figlio era morto, si alzò e distrusse tutta la discendenza reale.

ver. 1. E quando Athalia. ] La figlia di Acab da Jezebel: Gotolia, la Settanta e Sulpizio la chiamano; una donna estremamente malvagia, un'altra Medea, per mezzo della quale il diavolo cercò di estirpare completamente quella razza da cui Cristo doveva nascere. Giuseppe Flavio dice che per invidia - che Agostino chiama vitium diabolicum, un vizio diabolico - cercò di distruggere la casa di Davide, come Jehu aveva distrutto la casa di suo padre Acab.

Altri, per rafforzarsi così, per vendicarsi di Jehu. Molto probabilmente, è stata portata a questo tragico fatto dall'ambizione - che sempre cavalca senza redini - e dallo zelo per il baalismo, che - con suo dolore - vide ora essere sradicato da Jehu nel regno di Israele. Tale un'altra donna prostituta imperiosa - come dice la Scrittura Ez 16:30 - era Semiramide, regina d'Assiria; b Tullia, moglie di Tarquinio Superbo; c Irene, imperatrice di Costantinopoli, e madre di Costantino Copronimo, de' cui occhi spalancò per renderlo incapace dell'impero, acciocchè regnasse sola; Drahomira, regina di Boemia; e Brumchildis , regina di Francia, mche si dice sia stata la morte di dieci principi del sangue, e che poi fu messa a morte crudele dal re Cletario.

Ma la più simile per crudeltà ad Atalia fu Laodice, moglie di Ariarate, re di Cappadocia; la quale, morto suo marito, si impadronì del governo, si infuriò crudelmente contro ogni sorta sia della nobiltà che della gente comune, che fece assassinare; sì, contro la sua stessa famiglia, avvelenando sei dei suoi stessi figli, affinché potesse mantenere più sicuro il regno: solo un piccolo sfuggì alla sua furia, che il popolo alla fine avanzava alla corona e la uccise. e

Distrutto tutto.] Conatu scilicet, non effectu: si sforzò, ma Dio si ricordò della sua promessa a Davide, di lasciargli una lampada a Gerusalemme, 1Re 15:4 ea questa promessa Joas doveva la sua vita e il suo regno.

a Nel Sal. cxxxix.

b Erodoto.

e L. Fiore.

d AEn. Silv.

e Baron., 614 d.C. - Labbra.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità