E avvenne che al mattino Davide scrisse una lettera a Ioab e la mandò per mano di Uria.

Ver. 14. David ha scritto una lettera. ] Non con il nero, ma con il sangue. Sic ex vitio vitium gignitur. a Questo è l'ultimo ma peggiore anello di quella dolorosa catena della lussuria di Davide: non evitavit adulteriam, perpetravit et homicidium, dice Isidor; per mitigare il suo adulterio commette un omicidio. Questo doveva fare peggio di quel non tale, Acab, che solo bramava la vigna di Nabot, e poi gli tolse la vita: ma Davide concupì prima la moglie, e poi la vita di questo valoroso Uria; sì, e di molti altri caduti con lui per simile tradimento, essendo anche Joab coinvolto nella stessa colpa.

Ben potrebbe dire Gregorio, Davide aveva più ragione nel servizio che nel regno: poiché lo schiavo temeva di ritirarsi come avversario, fatto re di lusso, estinse Uria con il tradimento e con il tradimento: Davide era migliore da servo di quando un re; poiché essendo un servo, temeva di uccidere Saul suo avversario, ma divenuto re, uccise vilmente il suo più fedele amico e suddito doveroso.

E lo mandò per mano di Uriah. ] Qui abiit ferens gladium suae caedis, dice Teodoreto, che se ne andò portando una spada a Joab per tagliarsi la gola. Così fece Bellerofonte a Jobata per ordine del re Preto; a meno che quella favola non fosse simulata dalla sottigliezza di Satana fuori da questa storia vera, per eluderla. Lisandro portò lettere a Lacedemone da Farnabaro contro se stesso. E così fanno tutti quelli, dice Tommaso d'Aquino, b qui sciunt et docent, et non faciunt, che conoscono e insegnano ad altri la volontà di Dio, ma non la praticano da soli. La conoscenza senza virtù trae un giudizio più grande e spesso condanna il portatore.

a Isidoro.

b Prefazione in Epist. Canone

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