Ma non profetizzare più a Betel, perché essa [è] la cappella del re, ed essa [è] la corte del re.

ver. 13. Ma non profetizzare più a Betel ] Bada a questo; affinché, diffondendo troppa luce in mezzo a noi, non deturpi i nostri mercati e ostacoli la vendita delle nostre merci false. Questa era la nuda verità della faccenda; anche se si pretendeva qualcos'altro e si invocava l'interesse del re.

Perché è la cappella del re e la corte del re] Tocca queste montagne e fumeranno. La verità è una buona padrona, ma i suoi servitori che la seguono troppo alle calcagna possono avere i denti mozzati. Achab odia Micaiah, Erode Giovanni Battista e papa Savonarola, per la loro schiettezza, che li ha messi abbastanza in fretta per questo. I grandi lo amano, ηδιστα η ηκιστα, devono sentire cose piacevoli; o se raccontato dei loro difetti, deve essere fatto con parole di seta, come ha detto, λογοις βυδινοις.

Di solito sono assaliti dai loro Aiones e Negones, come si dice, che diranno come si suol dire: et mirifica est sympathia inter magnates et parasites, e c'è una meravigliosa simpatia tra i re e i parassiti di corte, come fu tra Achab e il falso profeti. Pochi Vespasiani si trovano, dei quali, come si diceva, che fu l'unico che fu fatto uomo migliore essendo fatto imperatore, così Quintiliano lo loda per questo, che fu Patientissimus veri, pazientissimo della verità, sebbene mai così tagliente.

Geroboamo non era tale; o almeno Amazia, il sacerdote di Betel, farebbe credere così al profeta, quando gli dice che è la corte del re, un'aria sgradevole in cui respirare la verità. Nihil veritate gravius, nihil assentatione suavius.

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