Sostienimi con le brocche, consolami con le mele: perché io [sono] stufo dell'amore.

ver. 5. Rimani con le caraffe. ] Non solo con coppe o coppe, ma con coppe, misure più grandi di quel vino che le fu posto davanti nella casa del vino di Cristo. "Confortami con le mele", come la caduta dal melo di Cristo, di cui si parla nel versetto precedente, le preziose promesse melliflue, che sono dolci, come le mele del giardino dell'Eden, come ha qui il caldeo. "Sostienimi" con questi; perché sto anche sprofondando e svenendo con un eccesso di amore, con un'esuberanza di gioia spirituale in Dio mio Salvatore, a cui a stento riesco a resistere.

Rimanete dunque, dice ai ministri, quelle colonne per «sostenere i deboli», Gal 2,10 e per «confortare i deboli di mente». 1Ts 5:14 "Restami, o sostienimi, con le brocche, consolami con le mele". Solino a racconta di alcuni vicino al fiume Gange che vivono odore pomorum sylvestrium, dall'odore b di mele di bosco, il che è alquanto strano.

Perché sono stufo dell'amore. ] Sorpresa da uno scrupolo d'amore, come può esserlo una vergine onesta, incontrando il suo amore inconsapevole, godendolo nella pienezza della gioia e temendo la perdita della sua compagnia per una lunga stagione. Questo è timor amicalis, che il longobardo c così descrive, Ne offendamus quem diligimus, et ne ab eo separemur, Il timore dell'amore è che non si offenda colui che la nostra anima ama, e così lo faccia ritirare.

Hic timor transit in charitatem, dice Gregorio, questo timore passa nell'amore e talvolta travolge lo spirito. Fu questo che fece gridare Giacobbe, quando non vide nient'altro che visioni di amore e misericordia, "Com'è terribile questo luogo!" Ciò fece quel miscuglio di passioni in quelle brave donne, che, venendo a cercare Cristo, si allontanarono dalla tomba «con timore e grande gioia». Per questo fu che Bernardo, per un certo tempo dopo la sua conversione, rimase come privato dei suoi sensi dalle eccessive consolazioni che ebbe da Dio.

d Cipriano e scrive al suo amico Donato, che prima della sua conversione pensava che fosse impossibile trovare tali estasi e deliri come ora ha fatto in un corso cristiano. Inizia così la sua epistola, Accipi quod sentitur antequam discitur, ecc.; Agostino fdice come di se stesso. Che inconcepibile e indicibile estasi di gioia, dunque, possiamo ben pensare che ci sia in cielo, dove il Signore Cristo, perennemente e senza interruzione, manifesta i segni più gloriosi e visibili della sua presenza e i sigilli del suo amore! Effonde ai suoi santi tutte le abbondanti dimostrazioni della sua bontà, e dà loro occhi per vederla, menti per concepirla; e poi li riempie di nuovo di una pienezza d'amore verso di lui, tanto che nuotano nel piacere, e sono anche sopraffatti dalla gioia, una gioia troppo grande per entrare in loro, devono "entrarvi".

Mt 25,21 Oh, pregate con quel grande apostolo che era stato in cielo e vide ciò che occhio non ha mai visto, affinché «gli occhi del vostro intendimento illuminati, possiate conoscere l'amore di Cristo, che supera la conoscenza, e qual è la ricchezza della gloria della sua eredità nei santi." Efesini 1:18 ; Ef 3:19 Una gloria più adatta a essere creduta che a discorrere.

g "Un eccessivo peso eterno di gloria". 2Co 4:17 Un tale peso, come se il corpo non fosse sostenuto dalla potenza di Dio, era impossibile, ma sotto esso dovrebbe svenire. Come sono pronti i nostri spiriti a spirare qui, quando ci capita uno straordinario conforto inaspettato! La Chiesa è "malata dell'amore". Il cuore di Giacobbe venne meno quando seppe della vita e dell'onore di Giuseppe in Egitto. La regina di Saba rimase stupita dalla saggezza e dalla magnificenza di Salomone, tanto che non aveva più spirito in lei.

Il visconte Lisley, al tempo di Enrico VIII, morì per la gioia di un inaspettato perdono. Che cosa possiamo pensare allora di quelli in cielo? E non dovremmo affrettarci nei nostri affetti in quel luogo felice? Oh pensa solo, dice uno, sebbene sia lontano dalla portata di qualsiasi pensiero mortale, quale felicità infinita e inesplicabile sarà guardare per sempre il corpo glorioso di Cristo, che risplende di incomprensibile bellezza, molto al di sopra del più luminoso cherubino , e pensare che anche ogni vena di quel corpo benedetto sanguinava per portarti in cielo! Pensaci, dico, e poi esala in continui scherzi, per così dire, dei più fervidi desideri «di essere sciolto [αναλυσαι], e di stare con Cristo, il che è di gran lunga il meglio.

Fl 1:23 Come nel frattempo, lascia che l'anima tua conversi dolcemente con lui in tutti i suoi sacri riti, ma specialmente alla sua santa mensa, dove ti dice, come una volta a Tommaso: "Prendi qua la tua mano e stendila nel mio fianco, e non essere infedele, ma credente." Lascia che anche la tua anima ricambia e dica: "Mio Signore e mio Dio!" "Chi ho io in cielo se non te? e in terra nessuno in confronto a te." Salmi 73:25 "Rabbunì," "Venite presto".

a Poli. Ist., cap. 56.

b I sali odorosi vengono applicati alle narici di coloro che svengono.

c Lomb. Inviato, lib. iii. distinto. Vedi agosto . Lettera 121 a Honorat.

d Gosr. in Vita Berna.

ed Epist ., lib. io.

f Confessare, lib. voi. cap. 22.

g non può essere espresso a parole, c'è bisogno di esperienza. - Cris.

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