Figli nei quali non [aveva] macchia, ma ben favoriti, e abili in ogni saggezza, e astuti nella conoscenza e intelligenza della scienza, e tali [avrebbero] capacità in loro di stare nel palazzo del re, e ai quali avrebbero potuto insegnare il erudizione e la lingua dei Caldei.

ver. 4. Bambini in cui non c'era macchia. ] Come Giuseppe, David, Artaserse Longimus, Germanico e altri, nei quali la bellezza si rivelò il "fiore della virtù", come la chiamava Crisippo. Di Galba l'imperatore si disse, che il suo buon senso abitava in una casa malata, come un ottimo strumento in una cattiva custodia; mentre Vatinio il Romano non era più deforme nel corpo che nella mente. a I pagani ci consigliano anche di stare attenti a coloro sui quali la natura ha segnato.

E abile in ogni saggezza, ] cioè, ingegnoso e operoso, adatto e capace di ricevere e migliorare l'istruzione. Tacito b ci dice che ai tempi di Vespasiano e Domiziano i figli dei nobili britannici erano così spiritosi e ben educati che i romani li ammiravano infinitamente per la disinvoltura della loro natura, preferendo l'ingegno dei Britanni allo studio dei Galli . E sono chiamati Angli quasi Angeli, gli Inglesi proprio come Angeli, disse Gregorio Magno, riguardo ai fanciulli Inglesi a lui presentati.

E quelli che avevano capacità in loro. ] Secondo alcuni, Daniele ei suoi tre amici sono stati allevati sotto il profeta Geremia e hanno cominciato a profetizzare alcuni anni prima di Ezechiele.

Stare nel palazzo del re,] cioè, per fargli servizio. Questo è ciò a cui gli uomini dotti dovrebbero mirare in questi studi, vale a dire, a impegnarsi per il bene pubblico. Paulum sepultae distat inertiae Celata virtus, c

E a chi potrebbero insegnare l'apprendimento.] Ebr., Il libro - cioè, l'arte della grammatica, dicono alcuni. Ma perché non altre arti imparate anche dai libri, quei maestri muti? Eppure non così bene, soprattutto la matematica, senza un insegnante. Giuseppe Scaligero, che era αυτοδιδακτος, autodidatta, e tuttavia dimostrato un così grande studioso, è da uno chiamato daemonium hominis, et miraculum naturae, più che un uomo, anche un vero miracolo.

E la lingua del Caldeo. ] Che non era dunque lo stesso con l'ebraico, ma un dialetto diverso, o figlia di esso. La lingua più antica era l'ebraico, conservato nella famiglia di Heber. Gli Ebrei ei Caldei avevano un antenato comune, vale a dire, Arphaxad; e Abramo, essendo nato in Caldea, sapeva parlare entrambe le lingue; ma così non potevano Daniele e i suoi compagni finché non fossero stati istruiti. Nelle scuole e nelle università si insegnino buone lettere e lingue, specialmente l'ebraico, il greco e il latino, la dignità e lo studio di cui Cristo dovrebbe essere sempre tenuto in piedi nella sua Chiesa, come appare da quell'iscrizione, non senza un provvidenza, posta sulla sua croce in quelle tre lingue. Gv 19:19-20

un habitat maschile di Ingenium Galbae. Deformitas corporia cum turpitudine certavit ingenii. - Pater.

b In Vit. Lug. Agrico.

c Orato.

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