Un uomo al quale Dio ha dato ricchezze, ricchezze e onore, così che non desidera nulla per la sua anima di tutto ciò che desidera, eppure Dio non gli dà il potere di mangiarne, ma un estraneo lo mangia: questa [è] vanità, ed è [è] una malattia malvagia.

ver. 2. In modo che non voglia nulla. ] Nient'altro che tutto, perché non osa quasi servirsi di nulla, ma è stuzzicato dalla propria bassezza. Ha fame a un banchetto pieno, muore di fame davanti al fuoco. E questo si ripete spesso in questo libro, perché non si può mai osservare e aborrire abbastanza.

Eppure Dio non gli dà il potere di mangiarne, ] cioè, Egli nega a lui la sua grazia, che non può usarla a suo conforto. Qui è come un cervo che ha grandi corna, ma non ha il coraggio di usarle; o meglio come un asino carico d'oro e di viveri, ma che si nutre di cardi. Preghiamo, quindi, che Dio, insieme alle ricchezze, "ci dia riccamente ogni cosa di cui goderne". 1Tm 6:17 Vel mihi da clavem, vel mihi tolle feram.

O dammi la chiave, dice uno, o togli la serratura. I Greci descrivono un buon paterriel per essere κτητικον, φυλακτικον, κοσμητικον των υπαρχοντων, και χρηστικον, un buon marito, come nel ottenere, mantenendo e stabilisce ciò che ha un buon uso, quindi nel fare il buon uso, per loro a beneficio e beneficio degli altri.

Ma uno sconosciuto lo mangia. ] Dio così provvedendo che se uno non vuole, un altro lo faccia; che se il proprietario non mangerà, ma si siederà a pizzicare o risparmiando, un estraneo, e forse un nemico, lo porterà via. Che se gli uomini non vogliono servire Dio con gioia nell'abbondanza di tutte le cose, dovrebbero digiunare un altro tempo ed essere costretti a servire i loro nemici nella fame, nella sete e nella nudità; e per mancanza di tutti ne sia insegnato il valore, carendo quam fruendo Deu 28:15-68

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