Commento completo di John Trapp
Filemone 1:19
Io Paolo l'ho scritto di mia propria mano, te lo ripagherò : sebbene non ti dica come tu mi devi inoltre anche te stesso.
ver. 19. Mi devi, ecc. ] Se Cleante si diede al suo signore Socrate; se Alessandro potesse dire che doveva più ad Aristotele che glielo insegnò che a Filippo che lo generò; se un altro potesse dire che non avrebbe mai potuto saldare il suo debito verso Dio, verso i suoi genitori e verso il suo maestro; quanto allora gli uomini sono profondamente obbligati ai loro padri e maestri spirituali in Cristo!
Lo ripagherò ] Filemone, sebbene ricco, è sospettato di essere un po' troppo avido, da questa espressione.
" O quam difficile est opibus non tradere mores;
Et cum tot Croesos viceris, esse Numam! "
Tuttavia in entrambi i Testamenti difficilmente leggeremo di un uomo devoto contaminato dalla cupidigia. Lutero dice di se stesso che, sebbene avesse i suoi difetti e le sue fragilità, tuttavia l'infezione della cupidigia non lo ha mai colpito. Heu Germann illa bestia non curat aurum, disse uno dei suoi avversari, più saggio degli altri, che si sarebbe tappato la bocca con i soldi. Ma Seneca era naturalmente avido, cosa che nasconde di nascosto in quella sua frase nel suo libro de Tranquillitate, Nec aegroto nec valeo, non sono né malato né sto bene.
Sarebbe stato bene per lui se avesse potuto dire con quel santo morente: Il mio corpo è debole, la mia anima sta bene. Quanto a quelle epistole che pretendono di essergli scritte da san Paolo, sono bastarde e contraffatte, non assaporano della sua gravità e maestà apostolica, che anche in ciò risplende a Filemone, essendo l'ultima di tutte le sue epistole. In quelle epistole contraffatte si parla di cose molto più alte; ma, ahimè, quanto freddamente, quanto seccamente e poveramente! eppure ecco che una povera meschina questione è esposta con quella concisità e potenza di parola, com'è ammirevole. (Diga.)