Commento completo di John Trapp
Geremia 8:6
Ho ascoltato e udito, [ma] non hanno parlato bene: nessuno si è pentito della sua malvagità, dicendo: Che cosa ho fatto? ognuno si volse al suo corso, mentre il cavallo si precipita nella battaglia.
ver. 6. Ho ascoltato e ascoltato. ] O ho ascoltato per udire; ma non li udiva ancora blaterare una sillaba di gustosa lingua.
Nessun uomo si pentì della sua malvagità. ] No, né tanto quanto riflettuto, o voltato di nuovo su se stesso per rivedere le sue precedenti pratiche malvagie, che tuttavia è la prima cosa in assoluto nel pentimento. 2Cr 6:37 Lc 15:17
Dicendo, cosa ho fatto? ] I Pitagorici una volta al giorno si ponevano questa domanda. E l' oratore parlò così del suo avversario, Nevio, Si haec duo tecum verba reputasses, Quid ego? respirasset cupiditas et avaritia paululum; cioè, avevi detto queste due parole a te stesso: Che cosa devo? la tua lussuria e la tua cupidigia sarebbero state così raffreddate e qualificate.
Ognuno si volse al suo corso, come si precipita un cavallo. ] Ebr., Rusheth con la stessa violenza di un diluvio traboccante, Hinc apparet fructus liberi arbitrii, dice Oecolampadius. Vedi qui il frutto del libero arbitrio, e cosa farà l'uomo, essendo abbandonato a se stesso. Gli affetti carnali sono forzati e furiosi. Lo stesso Platone lo vide e lo poté dire, quando paragonò la concupiscenza a un cavallo testardo, che fugge col suo cavaliere, e non può essere governato.
un Cicerone, Orat. per Quinto.
b In Faed.