Se pecco, allora tu mi segni e non mi assolvi dalla mia iniquità.

ver. 14. Se pecco, allora tu mi segni ] Benché io offenda solo per fragilità umana ( et nimis dedignatur mortalitatem qui peccasse erubescit ), te ne accorgi presto, mi segui su e giù, per così dire, con penna, inchiostro e carta, per annotare le mie colpe (Euphorm.). Come, allora, dicono alcuni, che Dio non vede il peccato nei suoi figli? Giobbe pensava che il Signore fosse troppo severo con lui (cosa che tuttavia non poteva esserlo) e che non ponesse alcuna differenza tra lui e coloro che erano notoriamente malvagi, come indicano le parole successive.

E tu non mi assolverai dalla mia iniquità ] Cioè dalla punizione della mia iniquità. Verba diffidentis, dice Mercer; parole pronunciate secondo il giudizio della carne, dice Diodati, che ritiene che le visite di Dio siano punizioni e vendette.

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