Chi ci insegna più delle bestie della terra e ci rende più saggi degli uccelli del cielo?

ver. 11. Chi ci insegna più delle bestie della terra ] Questo popolo disgraziato non considera mai; e sono quindi pesantemente, ma degnamente, irritati dagli oppressori, ut vexatio det intellectum, affinché l'astuzia possa fare l'arguzia; e affinché non ruggiscano come fanno le bestie quando provano dolore; ma fuggite a Dio con una preghiera ben preparata, non tanto per la comodità quanto per l'uso di ciò che soffrono. Ora, beato l'uomo che Dio castiga, e insieme lo ammaestra fuori dalla sua legge; affinché gli dia riposo dai giorni di avversità, Salmi 94:12,13 .

Perciò non solo è richiesta la ragione (la misericordia qui menzionata e celebrata), ma anche la religione; che è la vera pietra filosofale che fa afflizioni d'oro, 1 Pietro 1:7 , e, come la mano di Mosè, fa del serpente una verga. La verità è che la religione è la ragione più alta (nessuna cosa è più irrazionale dell'irreligione, 2Ts 3:2), e anche questo solo Dio insegna.

Perché, Cathedram habet in coelo qui corda docet, dice Austin. E ancora, Quando Christus Magister, quam cito discitur quod docetur? È Dio al di sopra che insegna al cuore; e questo, se intraprende una volta, viene presto spedito. Tutto questo, se gli uomini peccatori volessero ben pesare e ringraziare, come dovrebbero, Dio li aiuterebbe sicuramente, e non permetterebbe che siano tenuti sotto controllo.

E ci rende più saggi degli uccelli del cielo? ] Sapientificato. Alcuni uccelli sono molto sciocchi, come lo struthiocamelus, che avendo messo la testa in un cespuglio, e non vedendo nessuno, pensa che quindi nessuno lo vede, e così si fa preda (Plin. lxc 1). Le colombe siedono nelle loro colombaie e vedono i loro nidi distrutti, i loro piccoli portati via e uccisi davanti ai loro occhi; né si offrono mai di salvare o di vendicarsi.

Gli scrittori fanno menzione di un certo uccellino senza nome, il quale, per paura che i cieli le cadano addosso, si mette sempre, quando dorme, un piede sul capo (Cael. Rhod.). Quanto meglio l'uccello onocrotalus; di cui si racconta che, aspettando che il falco l'afferri, dorme con il becco elevato, come se volesse combattere con il suo avversario. C'è qualcosa che i più saggi imparino dagli uccelli del cielo, ai quali perciò sono mandati e messi a scuola, Mt 6,26 Geremia 8:7; tuttavia generalmente Dio ha messo più intelligenza negli uomini; così che, come non dovrebbe fare come loro depredando gli altri, così non dovrebbe gridare a Dio solo nell'angoscia, come fanno i giovani corvi quando la fame morde; ma prega sempre, e in tutto rendi grazie; per questo scopo è che Dio ci ha dato ragione, parola e molta materia e mezzi, molto al di sopra delle creature irragionevoli. Vae igitur stupiditati hominum in calamitatibus torpentium.

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