A questo anche il mio cuore trema, ed è sviato dal suo posto.

ver. 1. A questo trema anche il mio cuore ] A questo? A cosa? al tuono, di cui aveva parlato prima, e più intendeva parlare; e che udì in quell'istante (come può sembrare dal versetto successivo), e perciò non c'è da stupirsi che il suo cuore tremasse, e fu mosso fuori dal suo posto da una palpitazione straordinaria, o, come dicono i Tigurini, da lussazione. Il tuono è così terribile che ha costretto il più grande ateo a riconoscere una divinità.

Svetonio ci dice di Caligola (quel mostro, che osò a duellare il suo Giove), che se tuonasse e s'illuminasse un poco, si ingannerebbe; ma se fosse molto, si insinuerebbe sotto un letto e sarebbe pronto a imbattersi nella tana di un topo, come si dice. Anche Augusto Cesare aveva tanta paura dei tuoni e dei fulmini, che sempre e dovunque portava con sé la pelle di un vitello di mare, che quei pagani consideravano affettuosamente un preservativo in tali casi, e se in qualsiasi momento si fosse alzato un grande temporale, si imbatté in una cripta buia.

I romani ritennero illegittimo tenere corte, Iove tonante, fulgurante, in tempo di tuoni e di fulmini, come ci dice Cicerone (De Divin. l. 2). E Isidoro deriva tonitru a terrendo, tuono dal suo terrore; e altri dal suo tono, o dal rumore precipitoso, scrosciante, che spaventa tutte le creature. Alla voce del tuo tuono hanno paura, Salmi 104:7 , che uno, non inopportuno, chiama la medicina di Davide.

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