Commento completo di John Trapp
Giobbe 6:8
Oh che potessi avere la mia richiesta; e che Dio mi concedesse la cosa che desidero!
ver. 8. Oh se potessi avere la mia richiesta! ] Come prega di cuore Giobbe per la morte, come medicina di tutte le sue malattie e miserie; come ciò che gli avrebbe portato malorum ademptionem, bonorum adeptionem, libertà da ogni male, fruizione di ogni bene; con la forza della sua fede considera la morte come il miglior medico, che lo curerebbe da tutte le infermità interiori e esteriori, e da tutte in una volta e per sempre.
Giobbe potrebbe probabilmente essere della stessa mente di Chaucer, che prese per il suo motto inglese, Addio, medicina; e per quella latina, Mors aerumnarum requies, la morte sarà un dolce riposo di tutte le mie fatiche. Lo stesso per la morte di un credente è che il monte Ararat era per Noè, dove la sua arca si riposò dopo un lungo lancio; o come Mical fu per Davide, un mezzo per toglierlo di mezzo quando Saul lo mandò a ucciderlo; o come fu per Sansone la caduta della casa, la fine di tutte le sue pene e sofferenze.
Per questo si rallegra nella speranza, e con il collo allungato guarda e anela alla venuta della morte, come mai fece la madre di Sisera da una finestra per l'arrivo del figlio carico di spoglie della battaglia. Come quando davvero è venuta la morte, l'accoglie, come Jael fece la stessa Sisera (ma molto più cordialmente), con: "Entra, mio signore, restituisci a me", Giudici 4:18 ; e inoltre lo dice, come Giacobbe fece suo fratello Esaù, al loro colloquio: Sicuramente ho visto il tuo volto come il volto di Dio, che ti ha fatto incontrare con baci invece di cipiglio, e ti ha mandato a custodirmi al sicuro a casa a casa di mio padre.
E che Dio mi concedesse la cosa che desidero ] O che ho cercato a lungo. ebr. La mia speranza o la mia attesa, come quella che darà un periodo alle mie miserie, e mi possederà della felicità del cielo, come quella che sarà una postiera da cui far uscire la vita temporale, ma una porta di strada da far entrare eterna.