Commento completo di John Trapp
Giobbe 9:21
Giobbe 9:21 [Sebbene io [fossi] perfetto, [tuttavia] non conoscerei l'anima mia: disprezzerei la mia vita.
ver. 21. Sebbene fossi perfetto ] Cioè, di una conversazione irreprensibile, tuttavia non potevo conoscere la mia anima, cioè quei peccati segreti, Salmi 19:12 , quei rifiuti di concupiscenze che vi si nascondono; perciò disprezzo la mia vita, non ne provo affatto la gioia, ma vorrei essere fuori dal mondo per liberarmi di questi cattivi detenuti, che non usciranno di casa finché la casa non cadrà su di loro, finché il il tabernacolo terreno che li ospita sia subito dissolto.
Altri leggono e sentono le parole così: io sono perfetto o retto, né conosco la mia anima, cioè quicquam perversi anima mea, hanno permesso il peccato nella mia anima; eppure sono così afflitto, che disprezzo la mia vita, come se non fosse che una morte continua. Aben Ezra legge il versetto con ammirazione, quindi Perfetto io sono; e ti penso che io non conosco la mia stessa anima! che sono un così grande estraneo per me stesso! o che mi preoccupo così poco del mio bene, da disprezzare la mia vita e camminare in tutte le avventure! Tremellio così, io sono retto, qualunque cosa voi miei amici possiate fare di me, né stimare la mia vita o anima in confronto alla mia integrità; la mia vita è solo una sciocchezza per la mia coscienza, ecc.