Commento completo di John Trapp
Isaia 5:22
Guai a [coloro che sono] potenti a bere vino e uomini forti a mescolare bevande inebrianti:
ver. 22. Guai a coloro che sono potenti da bere vino. ] Iterare taxat hoc vitium, eo quod invaluerat. Il profeta inveisce contro questo vizio una seconda volta, perché era diventato così comune. Anche gli ubriachi sono una specie di creature sciocche, e quindi avevano più che bisogno di essere affrontate due volte; come usano i medici per dare una doppia quantità a chi ha paralisi o epilessia, così da risvegliare i loro sensi ottusi e assonnati.
Molti di questi scemi considerano una grande gloria di essere potenti nel bere vino; come fece Dario re di Persia, che lo fece scrivere sulla sua tomba, io ero un grande cacciatore; Potrei anche bere molto vino e sopportarlo con coraggio. a Questo doveva, come si dice bene, gloriarsi della sua vergogna; essendo piuttosto l'encomio di un tun b che di un uomo, poiché una bestia difficilmente lo sopporterà, per poter assorbire e contenere molto liquore.
Quando Bonoso, il romano ubriacone, si era impiccato, era sinonimo di Amphoram pendere non hominem, c che lì era appeso un tino o un boccale, e non un uomo. E quando uno fu lodato al re Alfonso per grande bevitore, e capace di sopportarlo, rispose che quella era una buona lode in una spugna, ma non in un principe. d Questo, se Alessandro Magno e Tiberio imperatore - quei grandi bevitori e incoraggiatori di altri a quel vizio - avessero ben ricordato, non sarebbero stati così infami come lo sono e lo saranno per tutta la posterità.
E uomini di forza. ] Oppure, Valore. Ma per fare cosa? Pινειν και βινειν μονον, e come dice il comico: bere e fare solo peggio. Un bel premio sicuramente, una giusta lode. e Fortes esse et strenuos non contra hostes, sed ad exhauriendos calices; gigantes esse non ad bellandum, sed ad potandum. Essere cavalieri da tappeto, non di Marte, ma di Bacco, e più adatti a un baldacchino che a un accampamento.
Per socializzare. ] O, per versare. Sia nelle loro ampie gole, sia nella coppa per far ubriacare gli altri; per impedire che Minosse, re di Creta, fece una legge che gli uomini non dovrebbero bere gli uni agli altri, εις μεθην, fino all'ebbrezza. Così fece Licurgo a Lacedemon. E il nostro re Edgar stabilì un'ordinanza per mettere gli spilli nelle coppe affinché nessuno ne bevesse di interi, o facesse sì che altri lo facessero.
a Κυνηγειν εκρατουν, οινον πολυν πινειν εδυναμην και τουτον φερειν καλως. - Allora.
b Una grande botte o botte, solitamente per liquidi, esp. vino, birra o birra, o per varie vettovaglie. Ora meno comune della botte.
c Vopsic. in Bonoso.
d Gli stessi Gentili risero come tali campioni.
e Arist, in Ranis.
f Il ridicolo civile non manca di spirito. - Eccolamp.