Commento completo di John Trapp
Matteo 24:15
Quando dunque vedrete l'abominio della desolazione, di cui parla il profeta Daniele, stare nel luogo santo, (chi legge comprenda:)
ver. 15. L'abominio della desolazione ] Cioè, anticristo, dicono alcuni interpreti; e finora si può opportunamente riferirsi a quello di Baronio, il quale nei suoi annali dell'anno 964, ritenendo alcuni papi mostruosamente malvagi, li chiama "l'abominio della desolazione che sta nel tempio di Dio". Altri lo interpretano come le aquile romane o le insegne. Altri della statua dell'imperatore Caligua, secondo alcuni collocati nel santuario.
Come altri ancora del quadro di Tito vi posero, che forse fu quel grande peccato che tanto lo turbò sul letto di morte. a Ma fanno meglio a comprendere il testo di quegli abominevoli autori di desolazione, gli eserciti romani, che devastarono quella terra ameno e distrussero la nazione; come oltre a quanto predetto da Daniele è esposto in generale da Giuseppe Flavio nel suo sesto e settimo libro, De bello Iudaico.
Di cui parla Daniele] Porfirio, quel cane pazzo, correndo furioso verso Dio e Cristo, Amanuenses Spiritus sancti, Danielem et Matthaeum nefarie calumniatus est scripsisse falsa, bestemmiò questi due segretari dello Spirito Santo, Daniele e Matteo, come scrittori di cose false. Questo era contra solem mingere, urinare contro il sole!
Chi legge, comprenda ] Si sforzi di farlo leggendo con la massima attenzione, diligenza e devozione, piangendo come fece Giovanni, finché il libro sigillato non fu aperto; scavando in profondità nella miniera delle Scritture per cercare la mente di Dio, 1 Corinzi 2:15 , e tenendola ben salda quando ce l'ha, affinché in qualsiasi momento non la lasci sfuggire, Ebrei 2:1 .
Ammirabile è quello, e applicabile a questo scopo, che Filostrato riferisce della pietra preziosa Pantarbe, di un colore così orientale, luminoso e dolce, che abbaglia e rinfresca gli occhi insieme, unendo mucchi di altre pietre per il suo segreto forza (sebbene lontana), come alveari di api, ecc. Ma per evitare che un dono così costoso diventi a buon mercato, la natura non solo l'ha nascosto nelle viscere più interne della terra, ma ha anche messo in esso la facoltà di sfuggire alle mani di coloro che lo tengono, a meno che non stiano molto attenti a prevenirlo. B
a Titus moriens se unius tantummodo rei poenitere dixit. Id autem quid esset non aperuit, nec quisquam certo novit, aliud aliis coniecientibus. Dio. in Vita Titi.
b In Vita Apollonii, l. iii. C. 4. Acervos lapidum non aliter ac apum examina pertrahit. Non mode occultis terrae visceribus abdidit, sed et facultatem indidit, qua ex captantium manibus effluerit, nisi provida ratione teneretur.