Il giusto [uomo] considera la vita della sua bestia: ma le tenere misericordie degli empi [sono] crudeli.

ver. 10. Un uomo giusto considera la vita della sua bestia. ] Ci siano bestie ad usum, et ad esum. Alcuni sono redditizi vivi, non morti, come il cane, il cavallo, ecc.; alcuni morti, non vivi, come il maiale; alcuni entrambi, come il bue. C'è una misericordia da mostrare a queste creature mute, come vediamo in Eleazar; Gen 24:32 e il contrario in Balaam, il quale gli spronò l'asino finché ella parlò. Num 22,27-28 Altrimenti li faremo «gemere sotto la schiavitù della nostra corruzione», Rm 8,21 e chi ascolta i corvi li ascolti, perché «è clemente». Eso 22:27 La moderazione che era di mangiare il sangue delle bestie morte, dichiarò che non avrebbe esercitato su di loro tirannia mentre sono in vita.

Ma le tenere misericordie degli empi. ] Se c'era qualcosa del genere; ma non hanno più viscere simili, con Giuda; nessuna tale tenerezza, scarsa umanità comune; simili a cannibali, "mangiano il popolo di Dio come mangiano il pane", nutrendosi di loro vivi e gradualmente; e trattarli come fanno i crudeli spagnoli con gli indiani. Suppongono di mostrare grande favore ai disgraziati quando non li frustano per il loro piacere con corde e giorno dopo giorno lasciano cadere i loro corpi nudi con pancetta ardente, che è una delle meno crudeltà che esercitano verso di loro.

a Nel sesto Concilio di Toledo fu decretato che il re di Spagna non doveva permettere a nessuno di vivere entro i suoi domini che non professi la religione cattolica romana. In ottemperanza a quel decreto, Filippo re di Spagna disse che preferiva non avere sudditi che protestanti; e per sanguinoso zelo lasciò che Carlo suo figliuolo primogenito fosse assassinato dalla crudele Inquisizione, perché parve favorire quella professione.

Quando gli spagnoli presero Heidelberg, presero Monsieur Mylius, un vecchio ministro; e, dopo aver abusato di sua figlia davanti ai suoi occhi, gli legarono una cordicella intorno al capo, che con manganelli gli avvolsero fino a spremergli il cervello. Che dire dei massacri francesi e degli immani e mostruosi omicidi del tardo irlandese, eguagliando, se non superando quello di Atene, preso da Silla, che tuttavia, dice Appian, fu ανελεης σφαγη, un massacro spietato; o quella di Tolomeo Lathurus, re d'Egitto, che uccise trentamila ebrei in una volta e costrinse gli altri a nutrirsi della carne dei loro compagni uccisi; o, infine, quella dei Giudei commessi contro gli abitanti di Cirene, che essi non solo vilmente massacrarono, ma poi ne mangiarono la carne, ne bevvero il sangue e si rivestirono della pelle, come racconta Dione nella vita di Traiano,

un Mondo Encompass di Sir Francis Drake .

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