Commento completo di John Trapp
Proverbi 16:32
Proverbi 16:32 [Chi è] lento all'ira [è] migliore del potente; e chi governa il suo spirito di chi prende una città.
ver. 32. Chi è lento all'ira è migliore del potente. ] Le passioni indisciplinate sono quei turchi, dice uno, con cui dobbiamo costantemente fare guerra. Quegli spagnoli, con i quali, come dice un altro, chi ha fatto la pace, non ha guadagnato altro che il pentimento. Pax erit infida, pax incerta, come dice Livio a di ciò che i Romani fecero con i Sanniti; una pace peggiore della guerra, come dice Agostino b della pace portata da Silla.
Gli uomini devono essere in conflitto mortale con quelle "concupiscenze che combattono nelle loro membra", Jam 4:1 "che combattono contro le loro anime". 1Pt 2:11 Vincere questi è la vittoria più nobile e più significativa, poiché sottomettendoli vinciamo il diavolo, Efesini 4:26 Jam 4:7 come cedendo a loro, gli “cediamo” e lo trattiamo in il nostro stesso seno.
Persone appassionate, sebbene non siano ubriache, non sono tuttavia i propri uomini; ma hanno tante concupiscenze, tanti signori, conquistatori paesi, come Alessandro, vinto de' vizi; o come i re persiani, che comandavano il mondo intero, ma erano comandati dalle loro concubine. Quanto era meglio Valentiniano l'imperatore, il quale, morendo, disse che fra tutte le sue vittorie una solo lo confortava; e quando gli fu chiesto cosa fosse, rispose: Ho vinto il mio peggior nemico, il mio cuore cattivo.
"Tu regni più largamente, sottometti gli avidi "
Spirito che se la Libia fosse stata rimossa
Puoi unirti a Gades e ad entrambi i Fenici
Che si serva da solo. "
- Orazio, Carm. ii.
Non posso tradurlo meglio che con le prossime parole di Salomone,
Chi governa il suo spirito è migliore di chi prende una città. ] Vedi questo esemplificato in Giacobbe, il quale, quando seppe del rapimento di Dina, fece meglio di quanto fecero i suoi figli prendendo e saccheggiando la città di Sichem. Gen 34,5 Nessuno avrebbe trionfato a Roma che non avesse ottenuto cinque vittorie. c Non trionferà mai in cielo se non sottomette lui stesso i suoi cinque sensi.
un liv. Ist., Lib. ix.
b De civ. Dei., Lib. iii. cap. 28.
c Isidoro. Tranq.