14 Chi benedice il suo amico a gran voce, alzandosi di buon mattino, gli sarà considerato una maledizione.

      Nota, 1. È una grande follia essere stravaganti nel lodare anche il migliore dei nostri amici e benefattori. È nostro dovere dare a ciascuno la sua lode dovuta, applaudire coloro che eccellono in conoscenza, virtù e utilità e riconoscere con gratitudine le grazie che abbiamo ricevuto; ma farlo ad alta voce, alzandosi presto la mattina, suonando sempre su questa corda, in tutte le compagnie, anche in faccia al nostro amico, o in modo che possa essere sicuro di sentirlo, farlo con cura, come facciamo ciò a cui ci alziamo presto, per magnificare i meriti del nostro amico sopra misura e con iperboli, è pieno, e nausea, e sa di ipocrisia e disegno.

Lodare gli uomini per quello che hanno fatto è solo ottenere di più da loro; e ogni corpo conclude che il parassita spera di essere ben pagato per il suo panegirico o epistola dedicatoria. Non dobbiamo dare quella lode al nostro amico che è dovuta solo a Dio, come alcuni pensano sia suggerito alzandosi presto per farlo; poiché al mattino si deve lodare Dio. Non dobbiamo avere troppa fretta di lodare gli uomini (così alcuni lo capiscono), non piangere gli uomini troppo presto per le loro capacità e prestazioni, ma lasciarli prima provare; per non essere innalzati con superbia e addormentati nell'ozio.

2. È una follia più grande amare l'essere noi stessi lodati in modo stravagante. Un uomo saggio piuttosto lo considera una maledizione e una riflessione su di lui, non solo progettata per rubargli le tasche, ma che può davvero volgersi al suo pregiudizio. Le lodi modeste (come osserva un grande uomo) invitano i presenti ad aggiungere alla lode, ma le lodi immodeste e smodate li tentano a sminuire piuttosto e a censurare uno che sentono troppo lodato.

E inoltre, lodare eccessivamente un uomo lo rende oggetto di invidia; ogni uomo si guadagna una parte della reputazione, e quindi si considera ferito se un altro gliela monopolizza o gli ha dato più della sua parte. E il pericolo più grande è che sia una tentazione all'orgoglio; gli uomini tendono a pensare a se stessi al di sopra di ciò che è incontro quando gli altri parlano di loro al di sopra di ciò che è incontro. Guarda come il benedetto Paolo fu attento a non essere sopravvalutato, 2 Corinzi 12:6 .

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