Sono note a Dio tutte le sue opere dall'eternità, che l'apostolo deduce dalla stessa profezia e dal suo compimento. E questa conversione delle genti essendogli nota dall'eternità, non dobbiamo pensare una cosa nuova o strana. È osservabile, non parla delle opere di Dio nel mondo naturale, (che non era stato nulla per il suo scopo attuale), ma del suo modo di trattare con i figli degli uomini.

Ora non poteva conoscerli, senza conoscere i caratteri e le azioni di persone particolari, su una corrispondenza con cui si fonda la sapienza e la bontà delle sue provvidenziali dispense. Per esempio, non poteva sapere come si sarebbe comportato con gli idolatri pagani (che ora chiamava nella sua Chiesa) senza sapere che ci sarebbero stati idolatri pagani: eppure questa era una cosa puramente contingente, una cosa in quanto dipendente dalla libertà del mente umana, come possiamo immaginare. Questo testo, quindi, tra mille altri, è una prova irrefutabile, che Dio preconosce le contingenze future, sebbene ci siano difficoltà relative a ciò che gli uomini non possono risolvere.

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