Note esplicative di Wesley
Genesi 17:1
E quando Abramo aveva novantanove anni, tredici anni dopo la nascita di Ismaele. Tanto tempo la promessa di Isacco fu differita; Forse per correggere la fine di Abramo: il matrimonio frettoloso di Agar. Che Abramo e Sarai siano stati così colpiti nell'età, il potere di Dio in questa materia potrebbe essere più ingigantito. Il Signore apparve ad Abramo — In una manifestazione visibile dell'immediata presenza gloriosa di Dio con lui.
E disse: Io sono l'Iddio Onnipotente — Con questo nome scelse di farsi conoscere ad Abramo, piuttosto che con il suo nome Geova, Esodo 6:3 . L'ha usato per Giacobbe, Genesi 35:11 . Lo chiamarono con questo nome, Genesi 28:5 , Genesi 43:14 , Genesi 48:3 .
È il nome di Dio che è usato principalmente in tutto il libro di Giobbe, almeno 30 volte nei discorsi di quel libro, in cui Geova è usato solo una volta. Dopo Mosè, Geova è usato più frequentemente, e questo molto raramente. Io sono El-Shaddai. Parla dell'onnipotente potenza di Dio, o come vendicatore, perché ha distrutto o devastato; così alcuni: e pensano che Dio abbia preso questo titolo dalla distruzione del vecchio mondo: Oppure, come benefattore, v per rva chi, e yr è sufficiente.
La nostra vecchia traduzione inglese lo legge qui, in modo molto significativo, Io sono Dio Tutto — sufficiente. Il Dio con cui abbiamo a che fare è autosufficiente; ha ogni cosa e non ha bisogno di nulla. E ci basta, se siamo in alleanza con lui; abbiamo tutto in lui, e abbiamo abbastanza in lui; quanto basta per soddisfare i nostri desideri più estesi; abbastanza per supplire al difetto di ogni altra cosa e per assicurarci la felicità per le nostre anime immortali.
Ma l'alleanza è reciproca, cammina davanti a me e sii perfetto, cioè retto e sincero. Osserva, che camminare davanti a Dio, è mettere Dio sempre davanti a noi, e pensare, parlare e agire, in ogni cosa come quelle che sono sempre sotto i suoi occhi. È avere un riguardo costante alla sua parola, come nostra regola, e alla sua gloria, come nostro fine, in tutte le nostre azioni. Significa essere interiori con lui in tutti i doveri del culto religioso, ed essere integri per lui in ogni santa conversazione.
Quel camminare retto con Dio è la condizione del nostro interesse per il suo tutto: la sufficienza. Se lo trascuriamo, o dissimiamo con lui, perdiamo il beneficio della nostra relazione con lui. Un rispetto continuo al tutto di Dio: la sufficienza avrà una grande influenza sul nostro camminare retto con lui.