Perché se un uomo non sa governare - Questo è un argomento bello e sorprendente. Una chiesa assomiglia a una famiglia. È, infatti, più grande, e vi è una maggiore varietà di disposizioni in essa che in una famiglia. L'autorità di un ministro del vangelo in una chiesa è anche meno assoluta di quella di un padre. Ma c'è ancora una sorprendente somiglianza. La chiesa è composta da un'assemblea di fratelli e sorelle.

Sono uniti per gli stessi scopi e hanno un obiettivo comune a cui mirare. Hanno sentimenti comuni e bisogni comuni. Hanno simpatia, come una famiglia, l'uno con l'altro nelle loro angosce e afflizioni. Anche il governo della chiesa è progettato per essere "paterno". Si deve sentire che chi la presiede ha i sentimenti di un padre; che ama tutti i membri della grande famiglia; che non ha pregiudizi, parzialità, obiettivi egoistici da gratificare.

Ora, se un uomo non può governare bene la propria famiglia; se è severo, parziale, negligente o tirannico in casa, come ci si può aspettare che si occupi della più numerosa "famiglia della fede" con opinioni e sentimenti adeguati? Se, con tutti i naturali e forti legami di affetto che legano un padre ai propri figli; se, quando sono relativamente pochi di numero, e dove il suo occhio è costantemente su di loro, non è in grado di governarli rettamente, come ci si può aspettare che presieda in modo appropriato alla famiglia più grande dove sarà legato a persone relativamente più deboli? legami, e dove sarà più esposto all'influenza della passione, e dove avrà un'opportunità di controllo molto meno costante? Confucio, come citato da Doddridge, ha un sentimento sorprendentemente simile a quello davanti a noi: “È impossibile che chi non sa governare e riformare la propria famiglia, governi e riformi giustamente un popolo”. Possiamo notare, anche, in questo versetto, un uso delicato e bello delle parole da parte dell'apostolo per prevenire la possibilità di fraintendimenti.

Mentre istituisce un paragone tra il governo di una famiglia e quello della chiesa, mette in guardia dalla possibilità che si supponga che appoggerebbe un'autorità "arbitraria" nella chiesa, anche quella autorità che un padre deve necessariamente impiegare nella sua propria famiglia. Quindi usa parole diverse. Parla del padre come di "governante" sulla propria famiglia, o "presidente" - προστῆναι prostēnai; descrive il ministro della religione come "avente una tenera cura per la chiesa" - ἐπιμελὴσεται epimelēsetai.

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