Le due immagini rappresentano entrambe una fatica, che la gente condannerebbe come assurda, distruttiva, oltre che infruttuosa. Gli zoccoli del cavallo oi suoi arti sarebbero stati spezzati; gli attrezzi per l'aratura sarebbero stati distrutti. Il profeta attira l'attenzione con la domanda. Cosa poi? loro chiedono. La risposta è implicita nel for, che segue. Voi sono loro, che stanno facendo così. Come è assurdo cercare il guadagno dall'ingiustizia e dall'oppressione, a cui Dio aveva annesse la perdita e il dolore, temporali ed eterni.

Più facile cambiare il corso della natura o l'uso delle cose della natura, che il corso della Provvidenza di Dio o le leggi della Sua giusta retribuzione. Avevano cambiato le dolci leggi della "giustizia" e dell'equità "nel" "fiele" dell'oppressione, e il salutare "frutto della giustizia", ​​di cui avevano ricevuto il seme da Dio, nel veleno del peccato che distrugge la vita. Meglio aver “arato” la roccia “con i buoi” per il cibo! Per ora, dove hanno cercato la prosperità, non hanno trovato la sterilità, ma la morte.

Altri interpretano la domanda come lo scherno dei miscredenti, confidando nella forza di Samaria, che quando i cavalli corressero sulla loro altura rocciosa, o i buoi vi arano, allora un nemico potrebbe cercare guadagno dall'investire la collina di Samaria. “Si devono fare cose contro natura?” “Sì”, rispondeva allora il profeta, “perché voi stessi avete agito contro natura. Voi avete “cambiato la giustizia”, il conforto degli oppressi, “in assenzio”, l'amarezza dell'oppressione.

Bene possa essere fatto ciò che pensate al di sopra delle leggi della natura fisica, quando avete violato le leggi della natura morale. Ebbene si faccia il meno, la vostra distruzione, sicuri come sembrate per natura, quando avrete fatto il più grande, violando le leggi del Dio della natura». Amos, invece, quando si riferisce ai detti dei miscredenti, li distingue dai suoi.

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