Per tutti gli Ateniesi - Questo era il loro carattere generale.

E gli stranieri che erano lì - Atene era molto distinta per la celebrità delle sue scuole di filosofia. Era a quel tempo alla testa del mondo letterario. Le sue arti e il suo sapere erano celebrati in tutti i paesi. Si sa, quindi, che era il luogo di villeggiatura preferito di persone di altre nazioni, che vi si recavano per conoscere le sue istituzioni e per ascoltare i suoi saggi.

Trascorsero il loro tempo in nient'altro - Gli ateniesi dotti e astuti si diedero molto alla speculazione e si adoperarono nell'esaminare i vari nuovi sistemi di filosofia che furono proposti. Anche gli estranei e gli stranieri che erano lì, avendo molto tempo libero, si dedicavano alle stesse indagini.

Ma sia per dire che per sentire qualcosa di nuovo - greco: "qualcosa di nuovo" - καινότερον kainoteron. Le ultime notizie; o l'ultimo oggetto di indagine proposto. Questo è ben noto per essere stato il carattere del popolo di Atene in ogni momento. “Molti degli antichi scrittori testimonio la garrulità, la curiosità e l'intemperante desiderio di novità tra gli Ateniesi, per cui si informavano su tutte le cose, anche quelle a cui non avevano interesse, sia di natura pubblica che privata ( Kuinoel).

Così, Tucidide (3, 38) dice di loro: «Voi eccellete nel lasciarvi ingannare con novità di parola». Sul quale il vecchio scoliaste fa questa osservazione, quasi con le parole di Luca: “Egli (Tucidide) qui incolpa gli Ateniesi, che non si preoccupano che di dire o di ascoltare qualcosa di nuovo”. Così Eliano (5, 13) dice degli Ateniesi che sono versatili nelle novità. Così, Demostene rappresenta gli Ateniesi "come chiedendo nel luogo di pubblica utilità se ci fossero notizie" - τι νεώτερον ti neōteron Meurslus ha dimostrato, inoltre, che c'erano più di 300 luoghi pubblici ad Atene di pubblico luogo, dove i principali giovani ed i cittadini rispettabili erano soliti incontrarsi a scopo di conversazione e d'inchiesta.

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