Note di Albert Barnes sulla Bibbia
Ezechiele 8:14
Il veggente è ora riportato alla stessa porta di Ezechiele 8:3 .
Non è certo che questo verso si riferisca a qualche atto speciale di adorazione di Tammuz. Il mese in cui fu vista la visione, il sesto mese (settembre), non era il mese dei riti Tammuz. Ma che tali riti fossero stati eseguiti a Gerusalemme ci sono pochi dubbi. Le donne sono menzionate come impiegate al servizio degli idoli in Geremia 7:18 .
C'è qualche ragione per credere che il pianto delle donne per Tammuz sia passato in Siria e Palestina da Babilonia, Tammuz essendo identificato con Duv-zi, la cui perdita è stata lamentata dalla dea Istar. La festa era identica agli "Adoniaci" greci. Il culto di Adone aveva la sua sede a Byblos, dove in certi periodi dell'anno il torrente, macchiato dalle inondazioni montane, era comunemente detto rosso del sangue di Adone.
Da Biblo si diffuse ampiamente in oriente e da lì fu portato in Grecia. Il contatto di Sedechia con le nazioni pagane Geremia 32:3 può benissimo aver portato all'introduzione di un'idolatria che a quel tempo era particolarmente popolare tra le nazioni orientali.
Questa solennità aveva un duplice carattere, primo, quello del lutto, in cui si piangeva la morte di Adone con stravagante dolore; e poi, dopo pochi giorni, il lutto lasciò il posto a selvagge gioie per la sua risurrezione. Questo fu un risveglio del culto della natura sotto un'altra forma: la morte di Adone simboleggiava la sospensione delle forze produttive della natura, che a tempo debito furono rianimate.
Di conseguenza, il tempo di questa festa era il solstizio d'estate, quando a oriente la natura sembra appassire e morire sotto il calore cocente del sole, per rinascere alla vita a tempo debito. Allo stesso tempo c'era una connessione tra questo e il culto del sole, in quanto il declino del sole e il declino della natura potevano essere ugualmente rappresentati dalla morte di Adone. L'eccitazione che accompagnava queste stravaganze di gemiti alternati ed esultanza era in completo accordo con il carattere del culto della natura, che per questo motivo era così popolare in Oriente, specialmente tra le donne, e portato per inevitabili conseguenze a una sfrenata licenza ed eccesso. Tale era ai tempi di Ezechiele una delle forme più detestabili di idolatria.