Note di Albert Barnes sulla Bibbia
Filippesi 1:20
Secondo la mia sincera aspettativa - La parola usata qui ricorre ma in un altro punto del Nuovo Testamento; vedilo spiegato nelle note in Romani 8:19 . Il sincero desiderio e speranza che aveva Paolo non era, in primo luogo, quello di poter essere liberato; ma era che, in ogni circostanza, poteva onorare il vangelo, vivo o morente.
A questo sembrava una questione molto più importante che salvargli la vita. La vita con lui era la considerazione secondaria; la cosa principale era ergersi ovunque come avvocato del vangelo, mantenerne la verità e mostrarne lo spirito.
Che in niente mi vergognerò - Che non farò nulla di cui avrò occasione di vergognarmi. Che in queste dure prove non mi lasci negare la verità della religione cristiana; che, anche davanti all'imperatore, possa mantenerne i principi; e che il terrore della morte non possa indurmi a fare una cosa disonorevole, o in alcun modo a rifuggire da un'ammissione della mia fede, da dare a me o ai miei amici occasione di rammarico.
Ma ciò con tutta audacia - Con il mio dire la verità e mantenendo i miei principi con tutta audacia; vedi la 2 Corinzi 7:4 ; Efesini 6:19 note.
Cristo sarà magnificato - Sarà tenuto alla vista dell'uomo come il vero e unico Salvatore, qualunque cosa accada di me.
Che sia per la vita - Se mi è permesso di vivere. Non era ancora sicuro di come sarebbe finito il caso con lui. Non era stato processato e, se quel processo avrebbe portato alla sua assoluzione o meno, non poteva certo saperlo. Ma si sentiva sicuro che, se fosse stato assolto, l'effetto sarebbe stato quello di onorare Cristo. Attribuirebbe la sua liberazione alla sua graziosa interposizione; si sarebbe dedicato con nuovo ardore al suo servizio; e si sentiva sicuro, dai suoi sforzi passati, che sarebbe stato in grado di fare qualcosa che avrebbe "magnificato" Cristo nella stima dell'umanità.
O per morte - Se il mio processo porterà alla mia morte. Poi credette di poter mostrare uno spirito tale da onorare Cristo e la sua causa. Non aveva paura di morire ed era persuaso che sarebbe stato in grado di sopportare i dolori della morte in modo tale da mostrare il potere sostenitore della religione e il valore del cristianesimo. Cristo è magnificato nella morte dei cristiani, quando si vede che il suo vangelo li sostiene; quando, sostenuti dalle sue promesse, sono in grado di andare con calma nella valle oscura; e quando, negli istanti di partenza, affidano con fiducia il loro eterno tutto nelle sue mani.
L'effetto di questo stato di sentimento sulla mente di Paolo deve essere stato molto felice. In qualunque modo il suo processo fosse terminato, si sentiva sicuro che il grande scopo per il quale viveva sarebbe stato promosso. Cristo sarebbe stato onorato, forse, tanto per la sua morte da martire, quanto per aver vissuto ancora molti anni per proclamare il suo vangelo. Era, quindi, riconciliato con la sua sorte. Non aveva ansia. Qualunque cosa fosse, lo scopo che aveva più a cuore sarebbe stato assicurato e il nome del Salvatore sarebbe stato onorato.