Ma se, mentre cerchiamo di essere giustificati da Cristo - La connessione qui non è molto chiara, e il senso del versetto è alquanto oscuro. Rosenmuller suppone che questa sia un'obiezione di un ebreo, supponendo che dove non si osserva la Legge di Mosè non ci sia regola di vita, e che quindi ci debba essere il peccato; e che poiché la dottrina della giustificazione per fede insegnava che non c'era necessità di obbedire alla legge cerimoniale di Mosè, quindi Cristo, che aveva introdotto quel sistema, doveva essere considerato l'autore e l'incoraggiatore del peccato.

Mi sembra probabile che qui Paolo si riferisca a un'obiezione che è stata mossa in tutti i tempi contro la dottrina della giustificazione per fede, e che sembra essere esistita ai suoi tempi, che la dottrina conduce alla licenziosità. Le obiezioni sono che non insegna la necessità dell'osservanza della Legge per accettare con Dio. Che dichiari giustificato e accettato un uomo che viola la Legge. Che la sua accettazione non dipende dal carattere morale.

Che lo libera dall'obbligo della legge e che insegna che un uomo può essere salvato anche se non si conforma alla legge. Queste obiezioni esistevano presto e sono state trovate ovunque dove è stata predicata la dottrina della giustificazione per fede. Considero quindi questo versetto come riferito a queste obiezioni, e non come particolarmente l'obiezione di un ebreo. L'idea è: “Cerchi di essere giustificato per fede senza obbedire alla Legge.

Lo respingi dichiaratamente e non ritieni che sia necessario cedergli obbedienza. Se ora risulterà che siete peccatori; che le vostre vite non sono sante; che sei libero dal sano vincolo della Legge e sei dedito a una vita di peccato, non ne conseguirà che Cristo ne sia la causa; che l'ha insegnato; e che il sistema da lui introdotto ne è responsabile? E non è dunque il vangelo responsabile dell'introduzione di un sistema che libera dal vincolo della Legge e introduce la licenziosità universale?». A questo Paolo risponde affermando distintamente che il Vangelo non ha tale tendenza, e particolarmente riferendosi nei versetti seguenti al proprio caso, e all'effetto della dottrina della giustificazione sul proprio cuore e sulla propria vita.

Noi stessi siamo trovati peccatori - Se risulta che siamo peccatori, o se altri scoprono per indubbia dimostrazione che conduciamo vite di peccato; se ci vedono abbandonati a una vita senza legge e ci trovano a praticare ogni sorta di male; se si vedrà non solo che non siamo perdonati e migliorati dal vangelo, ma addirittura peggiorati e liberati da ogni freno morale.

Cristo è dunque ministro del peccato? - Deve essere ricondotto a lui? È una conclusione giusta e legittima che questa sia la tendenza del Vangelo? È da imputare a lui, e al piano di giustificazione attraverso di lui, che prevale una morale lassista e che le persone sono liberate dai sani vincoli della legge?

Dio non voglia - Non è così. Questo non è l'effetto proprio del vangelo di Cristo e della dottrina della giustificazione per fede. Il sistema non è adatto a produrre una tale libertà dalla moderazione, e se tale libertà esiste, è da ricondurre a qualcos'altro che non sia il Vangelo.

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