Vedete allora - Dal corso del ragionamento perseguito, e dall'esempio a cui si fa riferimento.

Come per le opere un uomo è giustificato, e non solo per fede - Non per una fede fredda, astratta, inoperante. Deve essere per una fede che produrrà buone opere, e la cui esistenza sarà mostrata agli uomini da buone opere. Poiché la giustificazione avviene agli occhi di Dio, è per fede, poiché egli vede che la fede è genuina e che produrrà buone opere se l'individuo che esercita la fede vivrà; e giustifica gli uomini in vista di quella fede, e di nessun'altra.

Se vede che la fede è meramente speculativa; che è freddo e morto, e non farebbe opere buone, l'uomo non è giustificato ai suoi occhi. Di fatto, dunque, è solo la fede che produce opere buone che giustifica; e le opere buone, dunque, come espressione propria della natura della fede, previste da Dio come risultato certo della fede, ed effettivamente compiute come viste dagli uomini, sono necessarie per giustificare.

In altre parole, nessun uomo sarà giustificato se non ha una fede che produca buone opere, e che sia di carattere operativo e pratico. Il motivo di giustificazione nel caso è la fede, e solo questo; l'evidenza, il compimento, la prova dell'esistenza della fede, sono opere buone; e così gli uomini sono giustificati e salvati non per semplice fede astratta e fredda, ma per una fede necessariamente connessa con le buone opere, e dove le buone opere svolgono una parte importante.

Giacomo, quindi, non contraddice Paolo, ma contraddice una falsa spiegazione della dottrina di Paolo. Non nega che un uomo sia giustificato davanti a Dio per fede, poiché lo stesso passo che cita mostra che lo crede; ma nega che un uomo sia giustificato da una fede che non produrrebbe opere buone, e che non si esprime con opere buone; e così sostiene, come sempre fece Paolo, che nient'altro che una vita santa può mostrare che un uomo è un vero cristiano, ed è accettato da Dio.

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