Così l'uomo si corica e non si rialza, si corica nella tomba e non risorge sulla terra.

Finché i cieli non saranno più - Cioè, mai; poiché tale è la giusta interpretazione del passaggio, e questo si accorda con il suo disegno. Giobbe vuol dire, indubbiamente, che l'uomo non sarebbe mai più apparso nella terra dei vivi; che non sarebbe germogliato dalla tomba, come fa un germoglio da un albero caduto; e che quando muore, se ne va dalla terra per non tornare mai più. Se credesse in uno stato futuro, o nella futura resurrezione, è un'altra questione, che non può essere determinata da questo passaggio.

La sua lamentela è che la vita presente è breve, e che l'uomo una volta che l'ha attraversata non può tornare a godersela di nuovo, se è stato infelice; e si chiede, quindi, perché, essendo così breve, non sia permesso all'uomo di goderne senza molestie. Non segue da questo passaggio che egli credesse che i cieli non sarebbero mai più esistiti, o che sarebbero passati.

I cieli sono gli oggetti più permanenti e duraturi di cui abbiamo conoscenza, e sono quindi usati per denotare la permanenza e l'eternità; vedi Salmi 89:36 . Questo versetto, quindi, è semplicemente una solenne dichiarazione della convinzione di Giobbe che quando l'uomo muore, muore per non vivere più sulla terra. Della verità di questo, nessuno può dubitare - e la verità è tanto importante e toccante quanto indubbia.

Se l'uomo potesse tornare di nuovo, la vita sarebbe una cosa diversa. Se potesse rivisitare la terra per riparare i mali di una vita malvagia, per pentirsi dei suoi errori, per riparare alle sue colpe e per prepararsi a un mondo futuro, sarebbe una cosa diversa da vivere, e una cosa diversa morire. Ma quando percorre la strada della vita, percorre una via che non deve essere ripercorsa. Quando trascura un'opportunità di fare del bene, non può essere ricordata.

Quando commette un'offesa, non può tornare a riparare il male. Cade, muore e non vive più. Entra in altre scene, ed è in mezzo ai castighi di un altro stato. Quanto è importante allora assicurarsi il momento che passa, ed essere pronti ad andare di là, a non tornare più! L'idea qui presentata è comune ai poeti. Così, Orazio dice:

Nobis, cum semel occidit brevis lux,

Nox est perpetua una dormienda.



Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità