Te lo mostrerò... - Il resto di questo capitolo è una violenta declamazione, progettata per sopraffare Giobbe con le prove della colpa personale. Elifaz professa di non sollecitare nulla che non sia stato tramandato dai suoi antenati, ed è stato il risultato di un'attenta osservazione. Ciò che dice è composto da apotegmi e massime che si riteneva contenessero i risultati dell'antica saggezza, il tutto nel senso che Dio avrebbe punito i malvagi, o che i malvagi sarebbero stati trattati secondo i loro meriti. L'inferenza implicita fin dall'inizio era che Giobbe, che aveva avuto così tante prove del disappunto divino, doveva essere un uomo malvagio.

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