Se parlo di forza, ecco, lui è forte - C'è stata una notevole varietà nell'interpretazione di questo passaggio. Il significato sembra essere questo. Si riferisce a un concorso giudiziario, e Giobbe sta parlando dell'effetto se lui e Dio dovessero venire a un processo, e la causa dovesse essere risolta davanti ai giudici. Sta sollecitando ragioni per cui non avrebbe alcuna speranza di successo in un caso del genere. Dice perciò: “Se la cosa riguardasse solo la forza, o se fosse determinata dalla forza, ecco, egli è più potente di me, e non potrei avere speranza di successo in una tale controversia: e se il la controversia era di giudizio, cioè di giustizia o di diritto, non ho nessuno che si occupi della mia causa - nessuno che possa affrontarlo nelle memorie - nessuno che possa eguagliarlo nell'esporre le mie argomentazioni o nel presentare la mia parte del caso.

Sarebbe dunque una gara del tutto impari, nella quale non potrei avere speranza di successo; e non sono disposto a impegnarmi in una tale controversia o prova con Dio. Il mio interesse, il mio dovere e la necessità del caso mi impongono di presentare il caso senza discussioni, e non tenterò di perorare il mio Creatore". Che ci fosse una mancanza di giusto sentimento in questo, deve essere evidente a tutti.

C'era evidentemente la segreta credenza che Dio lo avesse trattato severamente; che era andato oltre i suoi meriti nell'incriminare il dolore su di lui, e che aveva la necessità di sottomettersi non tanto alla giustizia e al diritto quanto al mero potere e sovranità. Ma chi non ha provato qualcosa di questo sentimento quando è profondamente afflitto? Eppure chi, quando l'ha avuto, non ha sentito che era lontano dall'essere ciò che dovrebbe essere? La nostra sensazione dovrebbe essere: "meritiamo tutto ciò che soffriamo e più di quanto abbiamo ancora sopportato.

Dio è un sovrano; ma ha ragione. Sebbene ci affligga molto e altri poco, tuttavia non è perché è ingiusto, ma perché vede che c'è qualche buona ragione per cui dovremmo soffrire. Questa ragione può essere ancora vista da noi, ma se così non fosse, non dovremmo mai dubitare che esista”.

Chi mi darà un tempo per supplicare? - Noyes rende questo, "Chi mi convocherà in giudizio?" Dr. Good, "Chi dovrebbe diventare un testimone per me?" Il senso è: “Chi chiamerebbe testimoni per me? Se fosse una semplice prova di forza, Dio è troppo potente per me; se fosse una questione di giustizia, chi costringerebbe i testimoni a venire dalla mia parte? Chi potrebbe renderli disposti a comparire contro Dio e a rendere testimonianza per me in una controversia con l'Onnipotente?"

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità