Note di Albert Barnes sulla Bibbia
Osea 8:7
Poiché hanno seminato il vento, e mieteranno il turbine - " Mieteranno", non semplicemente come "hanno seminato", ma con un terribile aumento. Hanno seminato follia e vanità, e raccoglieranno non solo vuoto e delusione, ma distruzione improvvisa e irresistibile. "Essi seminarono il vento" e, come un seme ne genera molti, così il vento, "intrappolato", per così dire, in questa coltivazione distruttiva, dovrebbe "esplodere di nuovo, rafforzato in forza, in riserva più potente e con grande violenza.
Così hanno "raccolto il turbine", sì, (come la parola significa) "un potente turbine". Ma il turbine che mietono non appartiene a "loro"; piuttosto le appartengono, da essa spazzate via, come pula, il gioco e la beffa della sua inquieta violenza.
Non ha stelo - Se il loro progetto dovesse per il momento sembrare prosperare, tutto dovrebbe essere solo uno spettacolo vuoto, deludente quanto più, quanto più dovrebbe sembrare promettere. Parla di tre fasi del progresso. Primo, il seme non deve emettere il grano con la spiga; “non ha stelo né grano in piedi;” anche se fosse avanzato così lontano, l'orecchio non dovrebbe produrre carne; o se per caso dovesse cedere questo, il nemico dovrebbe divorarlo.
Poiché il frutto che dà denota il fare delle opere, il frutto della grazia di Dio, l'assenza del “grano in piedi” rappresenta l'assenza totale di opere buone; l'assenza del “pasto”, che nulla sia portato a maturazione; il "divorare" da parte del "nemico", che ciò che sarebbe altrimenti buono, è, attraverso intenzioni errate o mancanza di purezza di intenti, dato a Satana e al mondo, non a Dio.
: “Quando gli ipocriti fanno spettacolo di buone opere, soddisfano con ciò le brame degli spiriti maligni. Poiché coloro che non cercano di piacere a Dio con ciò, non servono il Signore del campo, ma "estranei". L'ipocrita, dunque, come un “orecchio” fecondo ma trascurato, non può trattenere il suo frutto, perché l'“orecchio” delle opere buone giace a terra. Eppure si nutre di questa stessa follia, perché per le sue buone opere è onorato da tutti, eminente sopra gli altri; le menti delle persone sono soggette a lui; è elevato ad alti luoghi; nutrito da favori. Ma “allora” capirà di aver fatto stoltezza, quando, per il diletto della lode, riceverà la sentenza del rimprovero di Dio”.