La mia anima aspetta il Signore più di coloro che vegliano il mattino - Più intensamente; più ansiosamente. La Settanta e la Vulgata latina lo rendono: "L'anima mia spera nel Signore dalla veglia mattutina fino a notte". L'idea è quella degli osservatori - guardie notturne - che cercano con ansia l'alba per poter essere sollevati. Non è quella delle persone che cercano semplicemente il ritorno del giorno, ma di coloro che stanno in guardia - o forse vegliano accanto ai malati o ai moribondi - e che si affacciano a oriente per segnare i primi segnali di ritorno leggero.

A loro la notte sembra lunga; sono stanchi e vogliono riposo; tutto intorno è triste, cupo e immobile; e bramano i primi segni che la luce tornerà a visitare il mondo. Così nell'afflizione - la lunga, oscura, cupa, cupa notte di dolore - il sofferente cerca la prima indicazione, il primo debole raggio di conforto per l'anima. Così, sotto profonda convinzione per il peccato e profonda apprensione per l'ira di Dio - quella notte, buia, cupa, cupa, spesso lunga - l'anima cerca qualche raggio di conforto, qualche indizio che Dio sarà misericordioso e parlerà di pace e Scusi.

Dico, più di coloro che vegliano sul mattino - Margine, che vegliano sul mattino. La traduzione nel testo esprime al meglio il senso. C'è qualcosa di estremamente bello e commovente in questo linguaggio della ripetizione, sebbene sia molto indebolito dalle parole che i nostri traduttori hanno inserito: "Io dico, più di". L'ebraico è "più di coloro che vegliano per il mattino - guardano per il mattino", come se la mente si soffermasse sulle parole che esprimessero meglio il proprio stato ansioso di quanto qualsiasi altra parola potesse fare.

Chiunque sia stato afflitto ne sentirà la forza; chiunque sia stato convinto di peccato e si sia sentito in pericolo di subire l'ira di Dio, ricorderà con quanta ansia anela alla misericordia, alla luce, alla pace, a qualche indicazione, anche la più debole, come il primo raggio che irrompe ad oriente, affinché la sua anima trovi misericordia e pace.

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