Abbiamo appeso le nostre arpe ai salici - Le arpe un tempo accompagnavano i canti di lode e il servizio di Dio nel tempio; le arpe con le quali avevano cercato di sedurre le loro ore stanche e di consolare i loro spiriti tristi nella loro prigionia. La parola resa “salici” - ערבים ărâbiym - usata solo al plurale, denota il salice o vimini, così chiamato dalle sue foglie bianche e argentate.

Gesenius, Lessico. Confronta Isaia 15:7 . È probabile che qui si faccia riferimento al salice piangente, il salice dai lunghi rami penduli. Gli alberi nelle terre desertiche spuntano lungo i corsi dei torrenti e appaiono, nell'ampia desolazione, come lunghe e ondeggianti linee di verde ovunque i fiumi si snodano. Il corso di un ruscello può così essere segnato dalla linea prolungata del verde serpeggiante nel deserto a perdita d'occhio.

È stato obiettato all'affermazione qui che il salice non si trova ora nelle vicinanze dell'antica Babilonia, ma che la palma è l'unico albero che cresce lì. Ho visto, tuttavia, nel 1852, a James' Park a Londra, un salice con un'etichetta, che affermava che era stato preso dal sito dell'antica Babilonia; e non sembra esserci motivo di dubitare della correttezza del racconto. Il salice può essere meno abbondante ora che in passato, come è vero per la palma.

albero in Palestina, ma non c'è motivo di dubitare che sia cresciuto lì. Tutto ciò che il salmo, tuttavia, richiederebbe necessariamente in una giusta interpretazione sarebbe che vi fosse piantato anche un solo cespo di questi alberi, sotto il quale potesse essersi seduto un piccolo gruppo di esuli quando pronunciavano la lingua lamentosa di questo salmo.

In mezzo ad essa - In mezzo a Babilonia; mostrando che questo si riferiva alla città propriamente detta. Non sapevano cantare, tanto era il loro dolore, sebbene avessero con sé le loro arpe; e li appesero, perciò, ai rami degli alberi che li circondavano; o, poeticamente, erano muti come se vi avessero appeso le loro arpe.

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