Il Signore si compiace di coloro che lo temono - di coloro che veramente lo adorano, per quanto umili, poveri e sconosciuti agli uomini; per quanto modesto, ritirato, inosservato possa essere il loro culto. Non nell'«orgoglio, pompa e circostanza della guerra» è il suo piacere; non nella marcia degli eserciti; non nel valore del campo di battaglia; non nelle scene in cui "le vesti del guerriero sono avvolte nel sangue", ma nell'armadio, quando il devoto figlio di Dio prega; in famiglia, quando il gruppo si china davanti a Lui in solenne devozione; nell'assemblea - tranquilla, seria, pacata - quando i suoi amici si radunano per la preghiera e la lode; nel cuore che veramente lo ama, lo riverisce, lo adora.

In coloro che sperano nella sua misericordia - È per lui un piacere avere i colpevoli, i deboli, gli immeritevoli che sperano in Lui - confidano in Lui - Lo cercano.

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