Lascia che le parole della mia bocca - Le parole che dico; tutte le parole che dico.

E la meditazione del mio cuore - I pensieri del mio cuore.

Sii gradito ai tuoi occhi - Sii come tu approvi; o, sii come ti piacerà; quelli che ti daranno gioia o soddisfazione; come ti sarà gradito. Confronta Proverbi 14:35 ; Isaia 56:7 ; Isaia 60:7 ; Geremia 6:20 ; Esodo 28:38 ; Levitico 22:20 ; Levitico 19:5 . Questo suppone:

(a) che Dio ha un tale controllo sui nostri pensieri e parole, che può indurci a ordinarli correttamente;

(b) che è giusto pregarlo affinché eserciti una tale influenza sulla nostra mente che le nostre parole ei nostri pensieri possano essere giusti e puri;

(c) che è uno dei desideri sinceri e dei desideri della vera pietà che i pensieri e le parole possano essere graditi o graditi a Dio.

Il grande scopo dei veri pii non è quello di compiacere se stessi, o di compiacere i propri simili, (confronta Galati 1:10 ), ma di compiacere Dio. Il grande obiettivo è assicurarsi l'accettazione con lui; avere tali pensieri e pronunciare tali parole, che Egli possa guardarli con approvazione.

O Signore mia forza - Margine, come in ebraico, roccia. Confronta la nota a Salmi 18:2 .

E il mio redentore - Sulla parola usata qui, vedi la nota a Giobbe 19:25 ; confronta Isaia 41:14 ; Isaia 43:14 ; Isaia 44:6 , Isaia 44:24 ; Isaia 47:4 ; Isaia 63:16 . Le due cose a cui qui si riferisce il salmista riguardo a Dio, come gli appellativi cari al suo cuore, sono

(a) che Dio è la sua Roccia, o forza; cioè, che era la sua difesa e rifugio; e

(b) che lo aveva riscattato o redento dal peccato; o che lo considerava l'unico capace di redimerlo dal peccato e dalla morte.

Non è necessario indagare qui fino a che punto il salmista fosse a conoscenza del piano di salvezza poiché sarebbe stato infine svelato attraverso il grande Redentore dell'umanità; è sufficiente sapere che aveva un'idea di redenzione, e che guardava a Dio come al suo Redentore, e credeva di poterlo salvare dal peccato. Il salmo, dunque, che inizia con una contemplazione di Dio nelle sue opere, si chiude opportunamente con una contemplazione di Dio nella redenzione; o porta davanti a noi il grande pensiero che non è mediante la conoscenza di Dio come possiamo ottenerla dalle sue opere di creazione che dobbiamo essere salvati, ma che il carattere più accattivante in cui può manifestarsi a noi è nel opera di redenzione, e che dovunque iniziamo nella nostra contemplazione di Dio, diventa per noi finire nella contemplazione del suo carattere come nostro Redentore.

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