Numeri 7:1-89
1 Il giorno che Mosè ebbe finito di rizzare il tabernacolo e l'ebbe unto e consacrato con tutti i suoi utensili, quando ebbe rizzato l'altare con tutti i suoi utensili, e li ebbe unti e consacrati,
2 i principi d'Israele, capi delle case de' loro padri, che erano i principi delle tribù ed aveano presieduto al censimento, presentarono un'offerta
3 e la portarono davanti all'Eterno: sei carri-lettiga e dodici buoi; vale a dire un carro per due principi e un bove per ogni principe; e li offrirono davanti al tabernacolo.
4 E l'Eterno parlò a Mosè, dicendo:
5 "Prendili da loro per impiegarli al servizio della tenda di convegno, e dalli ai Leviti; a ciascuno secondo le sue funzioni".
6 Mosè prese dunque i carri e i buoi, e li dette ai Leviti.
7 Dette due carri e quattro buoi ai figliuoli di Gherson, secondo le loro funzioni;
8 dette quattro carri e otto buoi ai figliuoli di Merari, secondo le loro funzioni, sotto la sorveglianza d'Ithamar, figliuolo del sacerdote Aaronne;
9 ma ai figliuoli di Kehath non ne diede punti, perché avevano il servizio degli oggetti sacri e doveano portarli sulle spalle.
10 E i principi presentarono la loro offerta per la dedicazione dell'altare, il giorno ch'esso fu unto; i principi presentarono la loro offerta davanti all'altare.
11 E l'Eterno disse a Mosè: "I principi presenteranno la loro offerta uno per giorno, per la dedicazione dell'altare".
12 Colui che presentò la sua offerta il primo giorno fu Nahshon, figliuolo d'Amminadab della tribù di iuda;
13 e la sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un bacino d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, ambedue pieni di fior di farina intrisa con olio, per l'oblazione;
14 una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,
15 un giovenco, un montone,
16 un agnello dell'anno per l'olocausto, un capro per il sacrifizio per il peccato,
17 e, per il sacrifizio di azioni di grazie, due buoi, cinque montoni, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Nahshon, figliuolo d'Amminadab.
18 Il secondo giorno, Nethaneel, figliuolo di Tsuar, principe d'Issacar, presentò la sua offerta.
19 Offrì un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un bacino d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, ambedue pieni di fior di farina intrisa con olio, per l'oblazione;
20 una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,
21 un giovenco, un montone, un agnello dell'anno per l'olocausto,
22 un capro per il sacrifizio per il peccato,
23 e, per il sacrifizio di azioni di grazie, due buoi, cinque montoni, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Nethaneel, figliuolo di Tsuar.
24 Il terzo giorno fu Eliab, figliuolo di Helon, principe dei figliuoli di Zabulon.
25 La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un bacino d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, ambedue pieni di fior di farina intrisa con olio, per l'oblazione;
26 una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,
27 un giovenco, un montone, un agnello dell'anno per l'olocausto,
28 un capro per il sacrifizio per il peccato,
29 e, per sacrifizio da render grazie, due buoi, cinque montoni, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Eliab, figliuolo di Helon.
30 Il quarto giorno fu Elitsur, figliuolo di Scedeur, principe dei figliuoli di Ruben.
31 La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un bacino d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, ambedue pieni di fior di farina intrisa con olio, per l'oblazione;
32 una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,
33 un giovenco, un montone, un agnello dell'anno per l'olocausto,
34 un capro per il sacrifizio per il peccato,
35 e, per sacrifizio di azioni di grazie, due buoi, cinque montoni, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Elitsur, figliuolo di Scedeur.
36 Il quinto giorno fu Scelumiel, figliuolo di Tsurishaddai, principe dei figliuoli di Simeone.
37 La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un bacino d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, ambedue pieni di fior di farina intrisa con olio, per l'oblazione;
38 una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,
39 un giovenco, un montone, un agnello dell'anno per l'olocausto,
40 un capro per il sacrifizio per il peccato,
41 e, per sacrifizio di azioni di grazie, due buoi, cinque montoni, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Scelumiel, figliuolo di Tsurishaddai.
42 Il sesto giorno fu Eliasaf, figliuolo di Deuel, principe dei figliuoli di Gad.
43 La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un bacino d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, ambedue pieni di fior di farina intrisa con olio, per l'oblazione;
44 una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,
45 un giovenco, un montone, un agnello dell'anno per l'olocausto,
46 un capro per il sacrifizio per il peccato,
47 e, per sacrifizio di azioni di grazie, due buoi, cinque montoni, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Eliasaf, figliuolo di Deuel.
48 Il settimo giorno fu Elishama, figliuolo di Ammihud, principe dei figliuoli d'Efraim.
49 La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un bacino d'argento di settanta sicli, econdo il siclo del santuario, ambedue pieni di fior di farina intrisa con olio, per l'oblazione;
50 una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,
51 un giovenco, un montone, un agnello dell'anno per l'olocausto,
52 un capro per il sacrifizio per il peccato,
53 e, per il sacrifizio di azioni di grazie, due buoi, cinque montoni, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Elishama, figliuolo di Am.
54 L'ottavo giorno fu Gamaliel, figliuolo di Pedahtsur, principe dei figliuoli di Manasse.
55 La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un bacino d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, ambedue pieni di fior di farina intrisa con olio, per l'oblazione;
56 una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,
57 un giovenco, un montone, un agnello dell'anno per l'olocausto,
58 un capro per il sacrifizio per il peccato,
59 e, per il sacrifizio di azioni di grazie, due buoi, cinque montoni, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Gamaliel, figliuolo di Pedahtsur.
60 Il nono giorno fu Abidan, figliuolo di Ghideoni, principe dei figliuoli di Beniamino.
61 La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un bacino d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, ambedue pieni di fior di farina intrisa con olio, per l'oblazione;
62 una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,
63 un giovenco, un montone, un agnello dell'anno per l'olocausto,
64 un capro per il sacrifizio per il peccato,
65 e, per il sacrifizio di azioni di grazie, due buoi, cinque montoni, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Abidan, figliuolo di Ghideoni.
66 Il decimo giorno fu Ahiezer, figliuolo di Ammishaddai, principe dei figliuoli di Dan.
67 La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un bacino d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, ambedue pieni di fior di farina intrisa con olio, per l'oblazione;
68 una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,
69 un giovenco, un montone, un agnello dell'anno per l'olocausto,
70 un capro per il sacrifizio per il peccato,
71 e, per il sacrifizio di azioni di grazie, due buoi, cinque montoni, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Ahiezer, figliuolo di Ammishaddai.
72 L'undecimo giorno fu Paghiel, figliuolo di Ocran, principe dei figliuoli di Ascer.
73 La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un bacino d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, ambedue pieni di fior di farina intrisa con olio, per l'oblazione;
74 una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,
75 un giovenco, un montone, un agnello dell'anno per l'olocausto,
76 un capro per il sacrifizio per il peccato,
77 e, per il sacrifizio di azioni di grazie, due buoi, cinque montoni, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Paghiel, figliuolo di Ocran.
78 Il dodicesimo giorno fu Ahira, figliuolo d'Enan, principe dei figliuoli di Neftali.
79 La sua offerta fu un piatto d'argento del peso di centotrenta sicli, un bacino d'argento di settanta sicli, secondo il siclo del santuario, ambedue pieni di fior di farina intrisa con olio, per l'oblazione;
80 una coppa d'oro di dieci sicli piena di profumo,
81 un giovenco, un montone, un agnello dell'anno per l'olocausto,
82 un capro per il sacrifizio per li peccato,
83 e, per il sacrifizio di azioni di grazie, due buoi, cinque montoni, cinque capri, cinque agnelli dell'anno. Tale fu l'offerta di Ahira, figliuolo di Enan.
84 Questi furono i doni per la dedicazione dell'altare, da parte dei principi d'Israele, il giorno in cui esso fu unto: dodici piatti d'argento, dodici bacini d'argento, dodici coppe d'oro;
85 ogni piatto d'argento pesava centotrenta sicli e ogni bacino d'argento, settanta; il totale dell'argento dei vasi fu duemila quattrocento sicli, secondo il siclo del santuario;
86 dodici coppe d'oro piene di profumo, le quali, a dieci sicli per coppa, secondo il siclo del santuario, ettero, per l'oro delle coppe, un totale di centoventi sicli.
87 Totale del bestiame per l'olocausto: dodici giovenchi, dodici montoni, dodici agnelli dell'anno con le oblazioni ordinarie, e dodici capri per il sacrifizio per il peccato.
88 Totale del bestiame per il sacrifizio di azioni di grazie: ventiquattro giovenchi, sessanta montoni, sessanta capri, sessanta agnelli dell'anno. Tali furono i doni per la dedicazione dell'altare, dopo ch'esso fu unto.
89 E quando Mosè entrava nella tenda di convegno per parlare con l'Eterno, udiva la voce che gli parlava dall'alto del propiziatorio che è sull'arca della testimonianza fra i due cherubini; e l'Eterno gli parlava.
ESPOSIZIONE
LE OFFERTE DEI DEI PRINCIPI ( Numeri 7:1 ).
Il giorno in cui Mosè aveva completamente eretto il tabernacolo. Questa espressione, "il giorno", ha dato luogo a notevoli difficoltà. A rigor di termini dovrebbe significare il primo giorno del primo mese del secondo anno ( Esodo 40:17 ); e così il Targum della Palestina, "Era il giorno che inizia il mese Nisan". È, tuttavia, abbastanza chiaro dalla narrazione stessa, così come dalla sua posizione, che le offerte non furono effettivamente fatte fino a dopo il censimento e la distribuzione dei loro rispettivi compiti alle famiglie levitiche, i.
e; fino alla vigilia della partenza dal Sinai. Inoltre, poiché la stessa frase, בְּיוֹם, ricorre in Numeri 7:10 , è certo che non può applicarsi alla presentazione vera e propria delle offerte, che era spalmata su dodici giorni ( Numeri 7:11 ). La maggioranza, dunque, dei commentatori leggerebbe בְּיוֹם qui come in Genesi 2:4 2,4 , «a quel tempo.
« È tuttavia impossibile ammettere che vi sia una qualsivoglia somiglianza tra i due brani. In Genesi 2:4 il contesto stesso, così come l'argomento, ci obbligano a intendere la frase in un senso più ampio; ma in un senso un semplice resoconto storico come il presente l'obbligazione è tutto il contrario: o la data qui data è un errore (che, in ogni ipotesi, è molto improbabile), o deve essere riferita all'intenzione e all'inizio delle offerte principesche, la presentazione effettiva fatta al momento indicato nella narrazione, i.
e; nella prima metà del secondo mese. E l' aveva unto . Da Le Genesi 8:10 , rispetto a Esodo 40:35 , sembrerebbe piuttosto che Mosè unse il tabernacolo non il giorno in cui fu Esodo 40:35 , ma un giorno successivo. È tuttavia un errore supporre che il tabernacolo e le cose sante siano state unte per sette giorni consecutivi: l'affermazione in Levitico 8:33-3 riferisce solo alla consacrazione dei sacerdoti.
Poiché l'unzione del tabernacolo era connessa con l'allestimento, come ultimo atto di un cerimoniale, ed era solo inevitabilmente rimandata, non c'è nulla di straordinario nel parlare delle due cose come se fossero avvenute l'una e l'altra stesso giorno.
I principi d'Israele. Questi sono gli stessi uomini, e sono chiamati con gli stessi titoli, come quelli nominati divinamente in Numeri 1:4 , sq. Senza dubbio erano i capi delle nazioni secondo alcune regole stabilite di precedenza prima dell'esodo. Ed erano sopra quelli che erano numerati. ebraico, "si fermò .
Il riferimento più naturale è al fatto che presiedevano al censimento, e così la Settanta, οὗτοι οἱ παρεστηκότες ἐπὶ τῆς ἐπισκοπῆς. Ma può significare semplicemente che erano i capi delle schiere numerate, e si offrivano come loro rappresentanti naturali.
Hanno portato la loro offerta davanti al Signore, cioè; probabilmente all'ingresso del tabernacolo. Sei carri coperti. צָב. Il significato della parola qualificante צָב è estremamente dubbio. I Targum lo rendono come AV D'altra parte, Gesenius e. De Wette lo rende "cucciolate", come la parola simile צַבִּים in Isaia 66:20 .
La lettura dei Settanta, ἀμαξας λαμπηνικας , è altrettanto dubbia. Λαμπήνη , esso stesso probabilmente una parola straniera, è spiegato dagli Scolasti come ἅμαξα βασιλικὴ, o come ἅρμα σκεπαστὸν ; e Aquila ha qui ἅμαξαι σκεπασταὶ , e la Vulgata plaustra tecta. Ma Euseb.
Emis. lo interpreta nel senso di "veicoli a due ruote". È una questione di poca importanza, ma la natura del paese stesso e il piccolo numero di buoi per ogni carrozza indicano la probabilità che non avessero ruote e fossero trasportati dai buoi, uno davanti e uno dietro, da mezzi di alberi, come è ancora il caso in alcune parti dell'India.
Il Signore parlò a Mosè. Il Targum della Palestina qui inserisce l'affermazione che Mosè non era disposto a riceverli. Può benissimo aver dubitato che Dio ne avrebbe autorizzato l'uso, poiché non era stato comandato; e può darsi che qualche ritardo, forse di parecchi giorni, avvenne prima che egli potesse accettarli e destinarli ai loro usi futuri. In questo, o in un modo simile, deve essere spiegata l'apparente discrepanza del tempo.
Prendilo da loro. Fu la prima offerta assolutamente volontaria fatta per il servizio di Dio, e come tale del tutto accettabile. Le precedenti "offerte di libero arbitrio" erano state almeno invitate, ma non l'avevano fatto.
Quattro carri... li diede ai figli di Merari. Le parti pesanti del tessuto, affidate ai Merariti, richiedevano soprattutto questo mezzo di trasporto.
Sulle loro spalle. A tale scopo erano stati previsti pali o telai portanti, in quanto implicavano più onore contro la cura che l'uso delle carrozze. La morte di Uzza sembra essere stata la malinconica conseguenza della trascuratezza di questa regola ( 2 Samuele 6:3 , 2 Samuele 6:7 , rispetto a 1 Cronache 15:13 ).
Per la dedicazione dell'altare. L'altare era "dedicato" nel senso di essere consacrato, mediante l'unzione con l'olio sacro e con il sangue dei sacrifici Numeri 8:10 (Le Numeri 8:10 , Numeri 8:15 ). Ma potrebbe ancora essere "dedicato" in un altro senso dai doni sacrificali, offerti gratuitamente allo scopo, del popolo.
Sembra che non ci siano state regole riguardo alle dediche, ma c'è un'allusione in Deuteronomio 20:5 alla dedicazione delle case, che potrebbe essere stata accompagnata da riti religiosi, e sappiamo che di fatto il tempio fu dedicato da Salomone ( 2 Cronache 7:5 ), e ridedicato dai Maccabei (1 Macc 4:54, ss. ) , e il muro di Gerusalemme fu dedicato da Neemia ( Nehemia 12:27 , ss.
). La Settanta ha qui εἰς τὸν ἐγκαινισμὸν , come in 1 Mac 4,56 , e cfr. Giovanni 10:22 . Offrirono la loro offerta davanti all'altare. Questo indica sicuramente un'offerta fatta in comune, e fatta una volta, via, il giorno in cui l'altare fu unto. Può darsi che i dodici principi siano venuti tutti allo scopo di fare le loro offerte in quel giorno, il giorno che avrebbero naturalmente scelto per lo scopo; ma a causa del gran numero di altri sacrifici e della scarsità dei sacerdoti, le loro offerte furono posticipate per comando divino e furono effettivamente ricevute in seguito. Così, nel testamento e nel significato, le offerte furono fatte "nel giorno" della consacrazione, ma furono ricevute pubblicamente e solennemente in un momento successivo.
Il Signore disse a Mosè. Senza dubbio in risposta alla sua domanda (cfr Numeri 7:89 ), nel momento in cui i principi desideravano fare le loro offerte. Ogni principe nel suo giorno. Per maggiore comodità e solennità, perché i sacrifici non siano affrettati e nessuno si senta trascurato.
Nahshon. Lo stesso nominato per agire con Mosè nel censimento, e per essere capitano dei figli di Giuda ( Numeri 1:7 ; Numeri 2:3 ). I nomi degli altri principi si trovano negli stessi passaggi, e il loro ordine di presentazione è il loro ordine per la marcia. Questo sembra dimostrare che i loro anelli sono stati effettivamente realizzati dopo che la sistemazione dei campi era stata sistemata.
La sua offerta era. Ed esattamente la stessa era l'offerta di ciascuno degli altri. Questo era giusto e buono, perché mostrava uguale zelo, gratitudine e premura da dare al Signore, e toglieva ogni occasione di gelosia o di vanto. Un caricatore d'argento, o piatto. Ebraico, kearah, un vaso profondo ( Esodo 25:9 ). Settanta, τρυβλίον (cfr.
Matteo 26:23 ). Centotrenta sicli, per un peso di circa 325 scellini. Una ciotola d'argento. Ebraico, mizrak, da zarak, disperdere; una ciotola per versare; Basone tradotto Esodo 27:3 . Settanta, φιάλη (cfr Apocalisse 5:8 ; Apocalisse 15:7 ).
Dopo il siclo del santuario. Secondo il peso standard tenuto nel tabernacolo (vedi Esodo 30:13 ). Sembra che pesasse circa quanto mezza corona. Ripieno di finissima farina impastata con olio. Questo era per un'offerta di carne presente per accompagnare i sacrifici animali, e anche per intimare l'uso futuro dei vasi: il più grande come misura per la farina fine, il più piccolo come misura per l'olio.
Un cucchiaio, o una tazzina, con un manico . Ebraico, kaph, come in Esodo 25:29 . Settanta, θυίσκη . Di dieci sicli d'oro, che pesavano circa undici sovrani e mezzo, ma il valore dei metalli preziosi era allora molto maggiore. Pieno di incenso. Sia per un'offerta di incenso presente, sia per suggerire l'uso delle coppe.
Un giovenco, un montone, un agnello. Uno di ogni specie che si potesse offrire in olocausto (Le Numeri 1:2 ).
Un capretto delle capre. Letteralmente, "uno arruffato". Ebraico, sa'eer. Settanta, χίμαρον (vedi Le Numeri 4:23 ). È evidente che mentre si moltiplicavano gli olocausti e i sacrifici di pace, l'offerta per il peccato rimaneva una sola vittima.
Per un sacrificio di offerte di pace. Vedi Le Numeri 3:1 , Numeri 3:6 , Numeri 3:12 . Questi erano i più moltiplicati, come si conveniva a un'occasione di gioia e di comunione grata con il Dio d'Israele.
Questa fu l'offerta di Netaneel figlio di Zuar. La sua offerta, e quella di tutto il resto, è descritta esattamente con le stesse parole e frasi, con l'unica minuscola eccezione che in Numeri 7:19 abbiamo, "offrì per la sua offerta", invece di "la sua offerta era. " Anche la piccola particolarità di omettere la parola sicli dalla dichiarazione del peso dei destrieri d'argento e dei cucchiai d'oro appare dappertutto (cfr.
Genesi 20:16 ). Senza dubbio il resoconto fu copiato o ampliato da qualche documento scritto all'epoca, e la sua studiata uniformità riflette l'attenta ed eguale solennità con cui furono ricevute le offerte dei vari Principi.
Il settimo giorno. Questo non cadeva necessariamente di sabato; ma se i giorni dell'offerta erano consecutivi, uno di loro doveva averlo fatto, e l'ordine dell'offerta era lo stesso degli altri giorni.
Questa era la dedicazione dell'altare. I doni sacrificali per il sacrificio presente e per l'uso dell'altare erano la sua dedica.
Duemilaquattrocento sicli. In peso pari a circa L300 dei nostri soldi.
Un centoventi sicli. Circa L138. Questi valori non erano molto grandi, né era molto grande il numero degli animali, in confronto alla profusione sontuosa, e forse stravagante, mostrata alla dedicazione del tempio e dell'altare da parte di Salomone; ma possiamo credere che fossero almeno altrettanto accettabili. Il verbo sostantivo dovrebbe essere rimosso da Numeri 7:86-4 , che continua semplicemente i totali delle offerte che formavano la dedica.
E quando Mosè fu entrato nel tabernacolo della congregazione. Piuttosto, "la tenda del convegno". Ebraico, ohel moed, dove Dio aveva promesso di incontrarlo ( Esodo 25:22 ). Per parlare con lui, vale a dire; con Dio, come implica la parola "incontro". Udì la voce di uno che gli parlava. Piuttosto, "ha sentito la voce che conversava con lui", rendendosi udibile a lui.
, part. Hithpael, come in Ezechiele 2:2 . Ecco una chiara affermazione del fatto soprannaturale che Dio parlò a Mosè con una voce umana udibile, e (senza dubbio) in lingua ebraica, dall'oscurità vuota dietro il velo. Nel fatto, infatti, di Dio che parla così udibilmente non c'era nulla di nuovo (cfr Genesi 3:8, Genesi 17:1 ; Genesi 17:1 , ecc.
), né nel fatto che parlò così a Mosè (vedi Esodo 3:4 ed Esodo 33:9 ); ma questo registra l'adempimento di quella promessa che faceva parte dell'alleanza di Dio con Israele, che avrebbe sempre conversato con Mosè come loro mediatore da sopra il propiziatorio (vedi Esodo 25:20-2 , e cfr. Esodo 3:4, Esodo 33:9, Esodo 25:20-2
Deuteronomio 5:23-5 ). E gli parlò, cioè; Dio parlò a Mosè: la voce si fece udibile, e per la voce Dio stesso gli parlò. È abbastanza ovvio che questa affermazione appartiene più propriamente a un periodo precedente, vale a dire; a quella immediatamente successiva alla consacrazione del tabernacolo. Il giorno in cui fu allestito Mosè non poté entrarvi ( Esodo 40:35 ), ma senza dubbio lo fece subito dopo, e ricevette dalla bocca del Signore, parlando nel modo più santo, tutti i comandamenti e le ordinanze registrato in Levitico e all'inizio di questo libro.
Forse la prima comunicazione fattagli in questo modo riguardava le offerte dei principi quando furono avvicinati per la prima volta (versetti 4, 11), e per questo motivo la dichiarazione potrebbe essere stata allegata al resoconto di quelle offerte.
OMILETICA
OFFERTE ACCETTABILI
In questo capitolo abbiamo, spiritualmente, l'offerta volontaria, gradita a Dio, di ciò che hanno e di ciò che sono, da parte del suo popolo. Considera, quindi-
I. CHE LE OFFERTE SONO STATI COLLEGATI IN TEMPO CON IL GIORNO DI CONSACRAZIONE , MA SONO STATE EFFETTIVAMENTE PRESENTATO DOPO .
Così tutte le offerte cristiane, sia nostre che delle nostre sostanze, risalgono al giorno in cui fu consacrato l'altare della croce e il propiziatorio fu cosparso del prezioso sangue; è da quel giorno che traggono la loro ispirazione interiore e il loro significato, ma sono dispersi esteriormente per molti giorni ( 2 Corinzi 5:14 ).
II. CHE IL COMUNE DI OFFERTA DI DEL PRINCIPI ERA PER LA FACILE ONWARD MOVIMENTO DI DEL SANTUARIO , il modello, il centro, e microcosmo della Chiesa.
Tuttavia, tutti i fedeli sono tenuti a prestare un comune aiuto per favorire il progresso della Chiesa nella sua incessante estensione e nel suo cammino verso la sua consumazione.
III. CHE TUTTE LE VARIE OFFERTE DELLA LA PRINCIPI SONO STATI RICEVUTI CON COME FAVORE E SOLENNITÀ : quella di Dan tanto quanto quella di Giuda.
Anche così ogni offerta o sacrificio uguale da parte delle Chiese cristiane o degli individui è ugualmente accettevole a Dio, e viene nella stessa memoria con lui. Solo che questa uguaglianza non è ora un'uguaglianza materiale (come allora), ma è proporzionata ai vantaggi e alle opportunità ( Marco 12:43 ; Luca 12:48 ; 2 Corinzi 8:12 ).
IV. CHE LE OFFERTE SONO STATE IN OGNI CASO REGISTRATE MINUTI , essendo state evidentemente trascritte in qualche registro conservato nel santuario. Anche così non c'è nulla, per quanto banale, fatto per Dio o dato a lui che sarà mai dimenticato ( Malachia 3:16 ; Matteo 10:42 ; Matteo 25:40 ; Ebrei 6:10 ; Ebrei 13:16 ).Malachia 3:16, Matteo 10:42, Matteo 25:40, Ebrei 6:10, Ebrei 13:16
V. CHE DURANTE LA BRUCIATI OFFERTE E ( ANCORA PIÙ ) I PACE OFFERTE ERANO MOLTIPLICANO , IL SIN OFFERTA RIMASTA ( IN OGNI CASO ) BUT ONE .
Anche così è aperto a tutte le brave persone moltiplicare le loro oblazioni e le loro offerte di gratitudine e di lode, ma per ciascuno c'è (e può esserci) solo l'unica offerta per il peccato, anche lui che era in se stesso l'Agnello di Dio , e tuttavia per quanto riguarda il peccato che si assumeva e la maledizione che subiva, era come "quello ispido delle capre". Nota che questa parola, sa'eer , è tradotta "diavolo" (Le Numeri 17:7 ; 2 Cronache 11:15 ), e "satiro" in Isaia 13:21 ; Isaia 34:14 , essendo il tipo più manifesto di Cristo.
VI. CHE DIO PARLO UNTO MOSES SECONDO PER LA SUA PROMESSA , DA SOPRA LA MISERICORDIA - SEDILE (ἀνωθεν του ἱλαστηριου). Anche così il rapporto divino con l'uomo in Cristo riposa sull'incarnazione e l'espiazione, di cui l'arca e il propiziatorio erano i tipi.
Ma notate che mentre queste cose sante erano solo figure, Dio ora ci ha parlato chiaramente per mezzo di suo Figlio, che ha stabilito come espiazione mediante la fede (ὅ προέθετο ἱλαστήριον διὰ τῆς πίστεως) . E notate che allora la voce parlò dalle tenebre dietro il velo, ma in Cristo il velo è tolto, e il cielo si è aperto, e Dio stesso si è rivelato e dichiarato ( Matteo 27:51 ; Gv 1:18; 2 Corinzi 3:14 ; Ebrei 9:8 ).
VII. CHE OGNI VOLTA ( AS IT AVREBBE SEMBRARE ) MOSES ANDATO IN TO SPEAK UNTO DIO HA SENTITO LA DIVINA VOCE CHE PARLA PER LUI . Così tutte le volte che andiamo a Dio in Cristo, avendo qualcosa da dirgli veramente, non mancheremo anche di ascoltare la voce divina che ci risponde in risposta.
OMELIA DI W. BINNIE
I PRINCIPI E LA LORO OFFERTA PRINCIPALE
Ecco forse il capitolo più lungo di tutta la Bibbia. Di cosa si occupa? È, in effetti, un elenco di abbonati. Si volevano alcuni articoli costosi per completare l'arredo del tabernacolo. Dodici uomini di spicco delle rispettive tribù si fecero avanti, di propria iniziativa, e si offrirono di fornire gli articoli. L'offerta è stata accettata; e in questo capitolo della parola di Dio lo Spirito Santo ha iscritto, uno per uno, i nomi dei donatori, insieme a un inventario degli oggetti che ciascuno di loro ha portato.
Alcuni fingono di disprezzare la pietà che si esprime in doni costosi alla Chiesa di Cristo, e considerano gli Elenchi degli abbonati un'esibizione di ostentata volgarità. Ma in questo capitolo c'è il migliore dei garanti per queste caratteristiche disprezzate del nostro cristianesimo moderno.
I. Osservare l' OCCASIONE dei doni qui commemorati. Il tabernacolo del Signore è stato costruito, arredato, unto e (ciò che è meglio di tutti) occupato dal Re a cui era destinato il padiglione. Sì; e la costruzione ed il mobilio di questa tenda reale sono stati effettuati dai doni volontari di un popolo volenteroso. Il tabernacolo e il suo arredo sono completati secondo il modello mostrato a Mosè sul monte. Nessuna parte necessaria manca. C'è ancora spazio per alcuni doni supplementari. Prendi due esempi.
1 . Quando il tabernacolo fu dedicato per la prima volta, senza dubbio avrebbe avuto un cucchiaio d'oro per l'uso di Aronne quando bruciava l'incenso sull'altare d'oro. Uno di questi cucchiai era tutto ciò che era strettamente necessario. Ma di tanto in tanto accadeva che ci fosse più di una chiamata per bruciare incenso all'incirca nello stesso momento, ed era evidentemente sconveniente che nel palazzo del re un fedele dovesse aspettare che il cucchiaio d'oro fosse disponibile. Da qui il dono dei dodici cucchiai d'oro ora presentati dai principi.
2 . I Leviti sono stati incaricati di portare il tabernacolo e i suoi arredi. Sono in grado di farlo; ma non senza difficoltà, soprattutto durante il soggiorno nel deserto, dove deve essere decisamente una tenda in movimento. C'era spazio, quindi, per un regalo di carrozze e buoi da tiro. Ci sono congregazioni cristiane alle quali questo capitolo insegna una lezione tanto necessaria. L'elenco dei loro membri include uomini agiati, ma essi subiscono che il santuario assuma un aspetto di miseria logora e che i suoi servizi siano morsi dalla fame. Non dovrebbe essere così.
II. L'INVENTARIO DEI DEI REGALI .
1 . Alcuni erano per il tabernacolo nel suo stato errante. Erano forniti sei carri - sembra che fossero piccoli carri coperti - e a ciascuno era attaccato un giogo di buoi. Questi carri erano distribuiti tra le famiglie levitiche secondo la natura e l'ammontare dei carichi che erano stati rispettivamente loro assegnati.
2 . Altri erano per la vendita a mano del servizio del tabernacolo. Questi consistevano in parte di utensili d'oro e d'argento per il servizio dichiarato; in parte di offerte da consumare attualmente. Le offerte comprendevano tutte le principali tipologie in uso ai sensi della legge. C'erano olocausti, sacrifici per il peccato, sacrifici di pace. Il primo tipo e l'ultimo erano di gran lunga i più numerosi. Era un tempo in cui la congregazione poteva benissimo rallegrarsi davanti al Signore, dedicandosi liberamente a lui e dilungandosi sulla beatitudine della comunione con lui.
Un tempo di spontanea generosità al servizio di Dio è sempre un tempo di gioia. Eppure anche in questi momenti non dobbiamo dimenticare che siamo peccatori. L'offerta per il peccato potrebbe non essere prominente in questo capitolo dei doni, tuttavia ha un posto in ognuno dei dodici elenchi di offerte. Quanto è stato detto sulla natura dei doni spiegherà la circostanza che la loro presentazione si è protratta in dodici giorni.
Le offerte di pace superarono di gran lunga tutte le altre. Mentre l'offerta per il peccato consisteva in ogni caso in un capretto solitario e l'olocausto consisteva in soli tre animali, un giovenco, un montone e un agnello, gli animali inclusi nell'offerta di pace non erano meno di diciassette. Ora, la specialità dell'offerta di pace era questa, che la persona che l'ha presentata in seguito ne ha banchettato con i suoi amici davanti al Signore. Era quindi opportuno che la disposizione di questa offerta fosse ripartita su più giorni.
III. Una parola o due su THE MEN da chi i doni sono stati portati. Erano i principi ereditari delle tribù, i principi della congregazione che avevano preso in carico il censimento. Questo merita di essere notato, perché spiega una certa caratteristica dei doni presenti in cui differiscono da quasi tutti gli altri doni registrati nella Scrittura. La regola stabilita nella Bibbia per tutti i casi ordinari è che ogni uomo deve dare secondo come Dio lo ha fatto prosperare.
Qui, al contrario, i doni dei principi sono identici per numero e valore, senza dubbio per concerto precedente. Ci sarebbero più ricchi e più poveri tra i principi, eppure tutti danno allo stesso modo. Non fu così all'erezione del tabernacolo. In quell'occasione c'era la massima diversità: l'obolo della vedova povera era accolto come il lingotto d'oro del ricco. Sebbene un uomo non potesse portare più di una manciata di pelo di capra, non gli fu negato l'onore di partecipare al lavoro.
Ci sono momenti per entrambi i tipi di dare. Quando si costruisce un luogo di culto, dove si incontrano ricchi e poveri, sarebbe sbagliato escluderne qualcuno, per quanto povero, dall'elenco delle adesioni. Quando si deve costruire o dotare un collegio di cultura sacra, può essere il piano più appropriato limitare l'elenco delle iscrizioni a dodici o venti "principi della congregazione" che possono donare a ogni uomo le sue mille o le sue cinquemila sterline.
È di buon auspicio per una nazione quando i suoi "nobili mettono il collo all'opera del Signore". Ed è un bene per i nobili stessi quando hanno il coraggio di farlo. Coloro che sono onorevoli dovrebbero mostrarsi utili. Nobiltà obbligare. Quando i nobili dimenticheranno il loro dovere in questo senso, Dio non manterrà a lungo la loro nobiltà.
IV. Qualche ascoltatore si lamenta che gli abbiamo fatto un torto predicando oggi da questo capitolo della legge - sterile e secolare (come lui pensa) - invece di condurlo nei verdi pascoli del Vangelo? Che un tale ascoltatore ricordi come Cristo si è seduto di fronte al tesoro e ha segnato ciò che ognuno ha gettato in esso. Quella scena del vangelo e questo capitolo della legge non hanno lo stesso scopo? — B.
OMELIA DI ES PROUT
L'OFFERTA LIBERA DEI PRINCIPI
Il completamento del tabernacolo era celebrato con offerte dei principi, come rappresentanti delle tribù. Le lezioni possono essere tratte da due punti annotati, vale a dire:
I. LA LORO SPONTANEITA' .
II. LA LORO UNIFORMITÀ .
io . 1 . I principi avevano già offerto offerte per l'erezione del tabernacolo ( Esodo 35:27 , Esodo 35:28 ), e ora portano altre offerte per il suo trasporto ( Numeri 7:3 ) e per il suo completo arredo ( Numeri 7:10-4 ).
Il potere e la volontà di dare sono una "grazia" conferita ( 2 Corinzi 8:7 ), e più diamo, più possiamo godere della grazia di dare ( Matteo 13:12 ).
2 . Se considerato semplicemente come un dovere, era giusto che i principi prendessero l'iniziativa, come ora è un dovere per gli uomini in autorità e gli uomini ricchi, pastori e ufficiali nella Chiesa di Cristo, essere "zelanti per le buone opere".
3 . Ma la principale eccellenza di questi e simili doni era la "mente volenterosa" ( 2 Corinzi 8:12 ). Sotto la legge di Mosè molto era lasciato alla spontaneità (cfr Esodo 35:5 ; Le Esodo 1:3 , ecc.), quanto più sotto la legge di Cristo ( Matteo 10:8, 2 Corinzi 9:7 ; 2 Corinzi 9:7 ). L'assenza di volontà può trasformare l'oro fino in metallo vile agli occhi di Dio.
II. 1 . L'uniformità dei doni potrebbe essere stata forse il risultato della moda; Nahshon, della tribù di Giuda, che stabilisce la moda, e gli altri principi la seguono. La "moda" del dono generoso può benissimo essere stabilita e seguita, in modo che gli illiberali possano essere svergognati dai loro meschini espedienti. Ma,
2 . L'uniformità qui era probabilmente il risultato di un precedente arrangiamento e il segno di un'emulazione onorevole. Questo Dio approva ( Ebrei 10:24 ), e san Paolo cerca di impiegarlo ( 2 Corinzi 8:1 : 2 Corinzi 9:1 ). Con questo oggetto i benefici pubblici (elenchi di abbonamenti, ecc.
)sono graditi a Dio se non viene violato lo spirito del precetto ( Matteo 6:3 , Matteo 6:4 ). I dettagli qui pubblicati per i posteri ci ricordano che ogni particolare dei nostri doni e servizi è registrato davanti a Dio. Per esempio; una moneta e il suo valore, assoluto e relativo ( Marco 12:41 ). Un gioiello, un cimelio di famiglia, e quanto costa rinunciarvi ( 2 Samuele 24:15 ).
3 . L'uniformità era un segno che ogni tribù aveva una parte uguale nell'altare e nelle sue benedizioni; così come diverse famiglie, razze e individui hanno nella redenzione mondiale di Cristo ( Romani 10:11 ). —P.
L'UNIVERSALITÀ DELL'OFFERTA PER IL PECCATO
L'offerta per il peccato era uno dei sacrifici espiatori della legge. Lo incontriamo così spesso e in circostanze così varie che porta una testimonianza impressionante
(1) all'universalità del peccato, e
(2) al bisogno di un'espiazione assoluta, mondiale, eterna.
Classificando i riferimenti all'offerta per il peccato, troviamo varie illustrazioni di questa verità, feconde di applicazione al nostro bisogno della grande offerta per il peccato in ogni momento e nelle molteplici circostanze della vita privata e pubblica. L'offerta per il peccato era richiesta e presentata.
1. Da una fine all'altra dell'anno, ad ogni ritorno della luna nuova ( Numeri 28:15 ).
2 . Nelle feste e nei digiuni; nelle feste di Pentecoste, trombe e tabernacoli (Le Numeri 23:19 ; Numeri 29:5 , Numeri 29:16 ), così come nel giorno dell'espiazione ( Levitico 16:1 ).
3 . In connessione con la dedizione volontaria, sia di doni ( Numeri 7:16 ), sia di consacrazione personale, come quella del Nazireo ( Numeri 6:14 ).
4 . Alla consacrazione ai sacri uffici, come ad esempio Aronne ( Esodo 29:14 ), oi Leviti ( Numeri 8:5-4 ).
5 . Alla consacrazione delle cose sacre, ad es. l'altare dell'incenso ( Esodo 30:10 ). Ogni anno veniva presentata un'offerta per il peccato per il santuario (Le Numeri 16:15 , Numeri 16:16 ).
6 . Per i peccati di tutte le classi di uomini; per esempio; un sacerdote, tutta la congregazione, un capo, "uno della gente comune" ( Levitico 4:1 ). In queste offerte c'erano gradazioni, secondo la posizione e il privilegio, o secondo i mezzi (Le Numeri 5:6 , Numeri 5:7 ).
7 . Per la purificazione dalla contaminazione inevitabile, sia dalla lebbra (Le Numeri 14:22 ) che dal parto (Le Numeri 12:6-4 ).
8 . Queste offerte erano per peccati di omissione o di ignoranza, ma non per peccati di presunzione ( Levitico 5:1 ; Numeri 15:22-4 ; Ebrei 10:26 , Ebrei 10:27 ). — P.
RAPPORTI CON DIO
La posizione di questo versetto, dopo Numeri 7:1 , è significativa. Ma le parole non si riferiscono a una singola occasione, ma a un privilegio continuato. La promessa ( Esodo 25:17-2 ) è ormai compiuta, e Mosè, in qualità di mediatore, gode di privilegi eccezionali anche al di là del sommo sacerdote, suo fratello (cfr Le Numeri 16:2 con testo, e Numeri 12:6-4 ). . Ci viene ricordata una verità che rispetta tutti i tempi del rapporto con Dio nella preghiera. Quando parliamo con Dio, dobbiamo aspettarci che Dio ci parli.
I. L' ANIMA CHE INQUIRA . Il nostro privilegio ( Ebrei 10:19 ) più grande di quello di Mosè. Ogni luogo può essere come "un tabernacolo" ( Genesi 28:17 ; Giovanni 4:23 ). Eppure è bello avere un posto speciale, consacrato da consacrate associazioni (Illus.
2 Samuele 7:18 ; Daniele 6:10 ; Matteo 6:6 ; Atti degli Apostoli 1:13 ). Poi andiamo a "parlare con" Dio, parole che implicano santa audacia e fiducia. Come Mosè portò a Dio gli oneri del suo ufficio e le sue tentazioni e peccati, così possiamo noi (cfr Salmi 27:5 ; Salmi 73:16 , Salmi 73:17 ; Salmi 77:1 ; Ebrei 4:16 ; Giacomo 4:8 ).
II. DIO CHE RISPONDE . "Allora", ecc., forse a volte anche prima che Mosè cominciasse a parlare. Così a volte si adempì Isaia 65:24 . Vedi Ester 5:3 . Se non sentiamo alcuna voce da Dio al primo momento in cui ci avviciniamo a lui, non dovremmo essere soddisfatti a meno che, mentre parliamo con Dio, Dio non parli a noi ( Salmi 28:1 ; Salmi 35:3 ; Salmi 143:7 , Salmi 143:8 ).
La risposta che desideriamo e riceveremo verrà dallo stesso punto della risposta di Mosè "dal propiziatorio". Per i peccatori, Dio in natura tace: Dio sul trono del giudizio è "un fuoco divorante"; Dio sul propiziatorio è "Dio in Cristo", ecc. ( 2 Corinzi 5:19 ). Tali manifestazioni e voci di Dio sono fonte di ulteriori risposte, se non immediate, ma certe (es.
G. Matteo 7:7 ; Matteo 26:38 ; Atti degli Apostoli 10:3 ; 2 Corinzi 12:8 ). — P.
OMELIA DI D. YOUNG
I CARRI PER I LEVITI
Questo capitolo descrive due serie di doni, uno di carri per aiutare i Leviti nel trasporto del tabernacolo, l'altro per la dedicazione all'unzione dell'altare. Il primo dono, quando lo esaminiamo, risulta essere particolarmente bello e significativo.
I. IT WAS VOLONTARIO . Geova non aveva provveduto a prendere questi carri. Ai leviti era stato assegnato il portamento del tabernacolo e non c'era nulla da mostrare, ma dovevano usare la schiena e le mani per lo scopo. L'essenziale era stato indicato. Ma ciò non impediva aggiunte volontarie ove tali non contraddicessero comandi già impartiti.
C'erano abbastanza uomini - almeno così sembrerebbe - tra i Ghersoniti ei Merariti per aver portato i mobili pesanti. Dio non aveva imposto loro un'opera al di là della loro abilità e forza. Possiamo concludere, quindi, che il dono dei carri sia stato un atto di pura buona volontà da parte di questi principi ai Leviti. Era un nuovo legame nell'unità della nazione.
II. IT WAS ADATTO . Molti doni di buona volontà sono semplici ornamenti. A volte sono elefanti bianchi. È un grande affare quando un dono mostra sia un cuore amorevole che un sano giudizio. Questi carri e buoi erano la cosa giusta per aiutare. Probabilmente c'erano state attente stime, così da assicurarsi un numero sufficiente. Questi carri erano ben usati (vedi Numeri 33:1 ).
III. IT WAS A STATI REGALO . Qualcosa per esprimere l'interesse di tutto Israele per i leviti. L'intera nazione, in modo indiretto ma reale, ha avuto la sua parte nel servizio del tabernacolo. È una buona cosa che molti si uniscano a un buon lavoro. È meglio avere cento persone interessate a cento buone istituzioni nella misura di una libbra al pezzo, che un uomo in un'istituzione nella misura di cento libbre. Dio fa scendere le sue nuvole nelle gocce di pioggia sparse e minuscole.
IV. IT WAS DEBITAMENTE PROPORZIONALE . Ogni tribù aveva la sua parte nel dono e la sua parte nel credito. Era un tale tipo di dono che ogni tribù poteva ragionevolmente dare una quota uguale. Era il dono di tutti e il dono di ciascuno. L'avarizia dell'individuo non dovrebbe essere respinta nella munificenza della comunità.
V. IT STATA ACCETTATA DI DIO . Un contrasto con il modo in cui ha trattato la temerarietà e la presunzione di Nadab e Abihu. Dio è contento di averci alleggeriti i fardelli e aiutati gli uni gli altri, quando ciò non porta a una meschina sottrazione dei doveri personali. Era giusto che questi principi si preoccupassero che la forza dei portatori di pesi non fosse decaduta ( Nehemia 4:10 ). Vediamo inoltre un certo onore posto sulla creazione inferiore; era un onore essere usato per il sacrificio, un onore portare i mobili del tabernacolo.
VI. Quando accettato, IL DONO È STATO PROPORZIONATO DA DIO . I principi hanno dato, ma Dio ha disposto. Non era conveniente che le bestie brutali portassero i vasi del santuario, quindi i cheatiti non potevano avvalersi dei carri. I Merariti, possiamo presumere, avevano più da sopportare dei Ghersoniti, e avevano più aiuto.
Se anche tra queste minute precisazioni dei comandamenti di Dio a Mosè c'era questa stanza per i doni volontari, quanto più sotto il vangelo. Dove c'è lo Spirito del Signore, c'è libertà, molta più libertà nel dare di quanta ne si serva la maggior parte dei credenti. —Y.
LO SCEKEL DEL SANTUARIO
Citato più volte in Esodo, Levitico e Numeri. C'era uno standard diverso per il santuario da quello usato nel commercio ordinario? o il siclo del santuario era lo standard a cui tutti avrebbero dovuto conformarsi? La stessa incertezza insegna una lezione. Non si può sbagliare stando dalla parte giusta e prendendo come standard il siclo del santuario. La menzione di questo peso può essere presa per illustrare la seguente linea di pensiero. Lo standard fisso di Dio in contrasto con gli standard fluttuanti degli uomini. Dovremmo avere uno standard fisso—
I. NEL TRATTARE CON DIO . Le sue affermazioni sono le prime. Prese il primogenito e il primo frutto. La grande esattezza che era richiesta in tutte le offerte quanto a qualità e quantità. Questi sacrifici, perfetti a modo loro, avevano valore solo in quanto simboleggiavano l'intera consacrazione e la genuina penitenza di coloro che li portavano.
Il culto deve essere secondo il siclo del santuario. Dobbiamo avere un senso pieno della realtà della sua esistenza, e concezioni adeguate di tutto ciò che appartiene alla sua gloria e sovranità sulla creazione. Correggere anche le nozioni di noi stessi come adoratori. Non con l'umiltà di angeli senza peccato che velano i loro volti, ma come i figli contaminati degli uomini, con le mani sulla bocca e la bocca nella polvere.
La nostra lode deve essere specialmente per il suo amore, saggezza e potenza nella nostra redenzione. Le nostre aspettative da Dio devono essere secondo il siclo del santuario. Non dobbiamo desiderare le comodità dell'Egitto. Dobbiamo avere aspettative che corrispondano alla grandezza della nostra redenzione. Il nostro Padre nei cieli ci offre un'esibizione dei doni buoni e perfetti: sia nostro il desiderio per loro. Cercare le comodità temporali è cercare sciocchezze, cose non promesse, cose che vengono senza preghiera e senza ricerca, se solo volessimo cercare quelle cose che Dio vorrebbe che cerchiamo.
Chiedi lo Spirito di Dio: allora stai supplicando secondo il siclo del santuario. Cercate il regno di Dio e la sua giustizia, cercate dunque secondo il siclo del santuario. La misura dell'attesa del santuario è nella preghiera del Signore. La condotta quotidiana della vita deve essere secondo il siclo del santuario. Tutto ciò che riguarda i nostri poteri volontari dovrebbe essere fatto come per Dio.
Il mondo è difficile da accontentare, ma anche quando è contento, ha uno standard basso. Stiamo attenti quando gli occhi degli uomini sono su di noi, perché questo significa reputazione; stiamo attenti anche quando nessun occhio umano può vedere, perché questo significa carattere. Ogni presentazione quotidiana del sacrificio vivente dovrebbe rendere quel sacrificio più santo, più gradito a Dio.
II. NEL TRATTAMENTO CON GLI UOMINI . Gli israeliti non dovevano commettere ingiustizia in termini di metri, peso o misura. Non dovevano avere pesi e misure diversi, grandi e piccoli. Salomone ci dice che tutti i pesi della borsa sono opera del Signore. Amos parlò della malvagità del popolo che aspettava la fine del sabato per poter vendere il proprio grano, rendendo piccolo l'efa e grande il siclo.
L'Onnipotente è altrettanto particolare riguardo al nostro lavoro quanto alla nostra adorazione. I costumi commerciali non sono una scusa ai suoi occhi. L'occhio che non sbaglia mai e non sbaglia mai è sui pesi e sulle misure di tutti i trafficanti disonesti. Dio è altrettanto arrabbiato quando un uomo defrauda il suo prossimo come quando viola il sabato. Quanti sono stati ostacolati nella loro religione, hanno perso la pace della mente e alla fine si sono allontanati dalle vie di Dio, perché non tutto andava bene nelle loro attività quotidiane.
Ricorda anche tutte le altre relazioni. I rapporti commerciali sono solo una piccola parte dei rapporti umani. Marito e moglie, genitori e figli, fratelli e sorelle, amici e vicini, capi e sudditi, debitori e creditori, ricchi e poveri, sani e malati, giovani e vecchi, credenti e non credenti: il siclo del santuario ha il suo posto in tutti tale rapporto. Occorre quindi vivere in continua vigilanza e preghiera, per avere tutto conforme a questo standard.
Un insieme di principi che dovremmo avere, e uno solo, ricavato dall'insegnamento e dall'esempio del nostro Divin Maestro. Dobbiamo comportarci gli uni con gli altri come Dio ha trattato con noi, lui che ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito per redimerlo. Le azioni dell'Onnipotente stesso sono pesate secondo il siclo del santuario. —Y.