Commento biblico di Adam Clarke
1 Timoteo 1:15
Questo è un detto fedele, e degno di ogni accettazione, che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori; di cui sono capo. Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori - Questa è una delle verità più gloriose nel libro di Dio; il più importante che abbia mai raggiunto l'orecchio umano, o che possa essere intrattenuto dal cuore dell'uomo. Tutti gli uomini sono peccatori; e come tale condannato, giustamente condannato, alla morte eterna.
Cristo Gesù si è incarnato, ha sofferto ed è morto per redimerli; e, con la sua grazia e il suo Spirito, li salva dai loro peccati. Questo detto o dottrina egli chiama, in primo luogo, un detto fedele o vero; πιστος ὁ λογος, è una dottrina che può essere accreditata, senza il minimo dubbio o esitazione; Dio stesso l'ha detto; e la morte di Cristo e la missione dello Spirito Santo, suggellando il perdono sulle anime di tutti coloro che credono, hanno confermato e stabilito la verità.
In secondo luogo, è degno di ogni accettazione; poiché tutti ne hanno bisogno, è degno di essere ricevuto da tutti. È progettato per l'intera razza umana, poiché tutti coloro che sono peccatori è applicabile a tutti, perché tutti sono peccatori; e possa essere ricevuto da tutti, essendo messo alla portata di ogni uomo, e portato all'orecchio e al seno di ogni uomo, o mediante la lettera della parola, o, dove quella rivelazione non è ancora venuta, per la potenza dello Spirito Divino, il vera luce da Cristo che illumina ogni uomo che viene nel mondo. Anche da questo è evidente che la morte di Cristo, e tutti i suoi effetti eternamente salvifici, erano destinati ad ogni uomo.
Di cui sono capo - Ὡν πρωτος ειμι εγω. Confondendo l'apostolo Paolo, nella pienezza della sua fede e del suo amore, con Saulo di Tarso, nella sua ignoranza, incredulità e furore persecutorio, siamo soliti dire: «Questa è un'espressione iperbolica, che sostiene l'altezza dell'apostolo modestia e umiltà e non si deve prendere secondo la lettera». Non lo vedo in questa luce; non lo prendo con rassegnazione; è strettamente e letteralmente vero: si prenda in considerazione tutta la condotta dell'apostolo, prima della sua conversione, e c'è stato un peccatore più grande convertito a Dio dall'incarnazione ai suoi tempi? Non uno; era il capo; e, tenendo in vista la sua bestemmia, persecuzione e disprezzo, afferma: Di tutto ciò che il Signore Gesù è venuto nel mondo per salvare, e di tutto ciò che aveva salvato fino a quel momento, io sono il capo.
E chi, per quanto umile ora, e per quanto blasfemo prima, avrebbe potuto contendere con lui i punti? Era quello che ha detto e come l'ha detto. Ed è molto probabile che l'apostolo si riferisca a coloro nei quali si manifestò la grazia e la misericordia di Dio, alla prima promulgazione del Vangelo: e paragonandosi a tutti costoro poté dire con decoro: ὡν πρωτος ειμι, di cui io sono il primo; il primo che, da bestemmiatore, persecutore (e non si potrebbe aggiungere omicida? vista la parte che ebbe nel martirio di Stefano), divenne predicatore di quel Vangelo che io avevo perseguitato.
E perciò, tenendo ben presente questa idea, aggiunge subito: Però per questo ho ottenuto misericordia; affinché in me Primo, πρωτῳ, Gesù Cristo possa manifestare ogni longanimità, come modello per Loro che d'ora in poi, μελλοντων credere in lui per la vita eterna. E questa grande dimostrazione della misericordia perdonante di Dio, concessa in modo così singolare, alla primissima promulgazione del Vangelo, era molto appropriata per essere prodotta come modello per l'incoraggiamento di tutti i peccatori penitenti fino alla fine dei tempi. Se Gesù Cristo, presso il quale non si può rispettare le persone, ha salvato Saulo di Tarso, nessun peccatore ha bisogno di disperazione.