Commento biblico di Adam Clarke
2 Corinzi 4:8
Siamo turbati da ogni parte, ma non angosciati; siamo perplessi, ma non disperati; Siamo turbati da ogni parte - Abbiamo già visto, nelle note al capitolo nono della precedente epistola, che S. Paolo ha fatto diverse allusioni a quei giochi pubblici che si celebravano ogni cinque anni all'Istmo di Corinto; e quei giochi sono stati in quel luogo particolarmente descritti.
In questo e nei tre versetti successivi l'apostolo fa allusione alle gare di quei giochi; ei termini che usa in questi versi non si possono intendere se non in riferimento a quegli esercizi agonistici ai quali allude. Il dottor Hammond ha spiegato tutto su questo terreno; e qui prenderò in prestito il suo aiuto. Ci sono quattro coppie di espressioni tratte dai costumi degli agoni.
1. Turbato da ogni parte, ma non angosciato.
2. Perplesso, ma non disperato.
3. Perseguitato, ma non abbandonato. Abbattuto, ma non distrutto.
Tre di queste coppie appartengono alle usanze del wrestling; il quarto, a quello di correre in gara.
Turbato da ogni parte, ecc. - Εν παντι θλιβομενοι. La parola θλιβεσθαι appartiene chiaramente al wrestling παλη. Così dice Aristotele, Rhet. lib. io. berretto. 5, (e lo Scholiast in quel luogo), ὁ γαρ δυναμενος - θλιβειν και κατεχειν, παλαιστικος· "Colui che può aggredire il suo avversario e prenderlo in braccio, è un buon lottatore;" essendoci due abilità in quell'esercizio:
1. lamentarsi, e
2. abbattere, che Esichio chiama ωθειν e κρατειν; il primo di questi è qui citato, ed espresso da θλιβεσθαι, da premere; a cui qui si contrappone, come in grado più alto, στενοχωρεισθαι, essere portato in pena, come quando non si può sottrarsi alle mani del suo antagonista, né opporre alcuna resistenza contro di lui. Così in Isaia: στενοχωρουμενοι ου δυναμεθα μαχεσθαι, siamo portati a tali estremi che non possiamo più combattere.
Perplesso, ma non disperato - Απορουμενοι, αλλ' ουκ εξαπορουμενοι. La parola απορεισθαι, per essere perplessi, si addice al lottatore, che essendo perplesso per l'abilità del suo antagonista non sa cosa fare: così in Esichio, απορουντες, αμηχανουντες, coloro che non sono in grado di fare o tentare nulla, eppure sono non εξαπορουμενοι, non abortiscono alla fine, ορθοι ἱσταμενοι, dopo tutto stanno in piedi; ουκ απογινωσκοντες και ἡττωμενοι, non disperare, né sono vinti, ma trovano una felice uscita di tutti, essendo finalmente vincitori.