Commento biblico di Adam Clarke
Apocalisse 13:12
Ed esercita tutto il potere della prima bestia davanti a lui, e fa sì che la terra e coloro che vi abitano ad adorare la prima bestia, la cui ferita mortale fu guarita. Ed esercitò tutto il potere della prima bestia prima di lui - Nel versetto precedente la bestia con due corna era rappresentata come emergente dalla terra, cioè ottenendo via via sempre più influenza negli affari civili del mondo latino.
Qui rappresentava come aver ottenuto la direzione e la gestione di tutto il potere della prima bestia o impero latino secolare prima di lui, ενωπιον αυτου, in sua presenza. Che la gerarchia romana abbia avuto l'esteso potere di cui qui si parla, è evidente dalla storia; perché il potere civile era sottomesso a quello ecclesiastico. Il clero parrocchiale, una delle corna della seconda bestia, ha avuto grande giurisdizione secolare su tutto il mondo latino.
I due terzi dei possedimenti della Germania furono dati dai tre Othos, che si succedettero l'un l'altro, ad Ecclesiastici; e nelle altre monarchie latine il clero parrocchiale possedeva un grande potere temporale. Eppure, per quanto straordinario fosse il potere del clero secolare in tutte le parti del mondo latino, era debole se paragonato a quello degli ordini monastici che costituivano un altro corno della bestia. I frati mendicanti, i più consistenti del clero regolare, fecero la loro prima comparsa nella prima parte del XIII secolo.
Questi frati furono divisi da Gregorio X, in un concilio generale che riunì a Lione nel 1272, nelle quattro seguenti società o denominazioni, cioè i domenicani, i francescani, i carmelitani e gli eremiti di sant'Agostino. «Poiché i pontefici», osserva Mosheim, «concessero a questi quattro ordini mendicanti la libertà di viaggiare dovunque ritenessero opportuno, di conversare con persone di ogni ceto, di istruire la gioventù e la moltitudine ovunque andassero; e come questi monaci esibivano, in il loro aspetto esteriore e il loro modo di vivere, segni di gravità e santità più evidenti di quelli osservabili nelle altre società monastiche; salirono di colpo al culmine della fama, e furono considerati con la massima stima e venerazione in tutti i paesi di Europa.
L'attaccamento entusiasta a questi ipocriti mendicanti arrivò a tal punto che, come apprendiamo dai documenti più autentici, parecchie città furono divise, o cantonizzate, in quattro parti, in vista di questi quattro ordini; la prima parte fu assegnata ai domenicani, la seconda ai francescani, la terza ai carmelitani e la quarta agli agostiniani. Il popolo non voleva ricevere i sacramenti da mani diverse da quelle dei mendicanti, alle cui chiese si affollavano per compiere le loro devozioni in vita, ed era estremamente desideroso di depositarvi anche le loro spoglie dopo la morte; tutto ciò che causò dolorose lagnanze tra i sacerdoti ordinari, ai quali era affidata la cura delle anime, e che si consideravano guide spirituali della moltitudine.
Né finì qui l'influenza e il credito dei mendicanti: perché troviamo nella storia di questo (XIII secolo) e dei secoli successivi, che furono impiegati, non solo nelle questioni spirituali, ma anche negli affari temporali e politici dei più grandi conseguenza; nel comporre le divergenze dei principi, concludere trattati di pace, concordare alleanze, presiedere consigli di gabinetto, governare tribunali, riscuotere tasse e altre occupazioni non solo lontane, ma assolutamente incompatibili con il carattere e la professione monastica.
Non dobbiamo però immaginare che tutti i frati mendicanti abbiano raggiunto lo stesso grado di fama e autorità; perchè la potenza dei Domenicani e dei Francescani superava grandemente quella degli altri due ordini, e li rendeva singolarmente appariscenti agli occhi del mondo. Per tre secoli queste due fraternità governarono, con un dominio quasi universale e assoluto, sia statali che ecclesiali, ricoprendo i posti più eminenti, ecclesiastici e civili; insegnava nelle università e nelle chiese con un'autorità davanti alla quale ogni opposizione taceva; e mantenne la pretesa maestà e prerogative de' Romani Pontefici contro re, principi, vescovi ed eretici, con incredibile ardore ed eguale successo.
I domenicani e i francescani erano, prima della Riforma, ciò che i gesuiti sono stati da quel periodo felice e glorioso, l'anima stessa della gerarchia, i motori dello stato, le sorgenti segrete di tutti i moti dell'uno e dell'altro, e il autori e direttori di ogni grande e importante evento nel mondo religioso e politico." Così la gerarchia romana ha esercitato tutta la potenza della prima bestia ai suoi occhi, sia temporale che spirituale, e quindi, con un'influenza così sorprendente come questa sul secolare principi, non era cosa difficile per lui causare: -
La terra e coloro che vi abitano per adorare la prima bestia, la cui ferita mortale è stata guarita - Cioè, fa sì che tutto il mondo latino si sottometta all'autorità dell'impero latino, con a capo il rinato impero occidentale, persuadendoli che tale sottomissione è vantaggiosa per i loro interessi spirituali e assolutamente necessaria per la loro salvezza. Qui è osservabile che entrambe le bestie hanno dominio sulla stessa terra; poiché è espressamente detto che la seconda bestia fa sì che la Terra e coloro che vi dimorano adorino la prima bestia; quindi è, come hanno osservato il vescovo Newton e altri, imperium in imperio, "un impero nell'impero.
"Abbiamo, di conseguenza, la prova più completa che le due bestie consistono nella divisione del grande impero latino, per usurpazione del clero latino, in due imperi distinti, l'uno secolare, l'altro spirituale, ed entrambi uniti in uno anticristiano. progetto, vale a dire, di diffondere il loro più abominevole sistema di idolatria su tutta la terra, e di estendere la sfera del loro dominio.Qui abbiamo anche un'illustrazione di quel notevole passaggio in Apocalisse 16:10 , il regno delle bestie, ho .
e., il regno del regno latino; che in apparenza è un solecismo, ma in realtà espresso con mirabile precisione. La quinta coppa è versata sul trono della bestia, e il suo regno è oscurato, cioè il regno latino sottomesso al regno latino o l'impero latino secolare.