Commento biblico di Adam Clarke
Cantico dei Cantici 2:4
Mi condusse alla casa del banchetto e il suo vessillo su di me fu l' amore. Mi ha portato alla casa dei banchetti - Letteralmente, la casa del vino. Gli antichi conservavano il loro vino, non in botti o buie cantine sotterranee, come facciamo noi, ma in grandi brocche, addossate al muro in qualche appartamento superiore della casa, luogo dove conservavano i loro effetti più preziosi. Ne abbiamo una prova in Omero: -
Ως φαν· ὁ δ' οραφον θαλομον ατεβησατο ατρος
Ευρυν, ὁθι νητος χρυσος και χαλκος εκειτο,
Εσθης τ' εν χηλοισιν, ἁλις τ' ευωδες αιον.
δε πιθοι οινοιο αλαιου ἡδυποτοιο
ασαν, ακρητον θειον ποτον εντος εχοντες,
Ἑξειης ποτε τοιχον αρηροτες· οτ'
Οικαδε νοστησειε, και αλγεα πολλα μογησας.
αι δ' αν σανιδες πυκινως αραρυιαι,
· εν δε γυνη ταμιη νυκτας τε και μαρ
', κ. . λ.. Od. lib. ii., vers. 337.
Frattanto le stanze alte il principe scruta,
Dove giacevano i tesori della razza Itaca.
Qui brillavano l'ottone rubicondo e l'oro fulgido;
Lì, i gesti ricamati di petti lucidi abbellivano.
Qui, vasi d'olio esalavano un profumo ricco;
Là, orci di vino in fila adornavano la cupola.
(Vino puro e saporito, dato dagli dei in munificenza,
e degno di esaltare le feste del cielo).
Intatti rimasero, finché, le sue lunghe fatiche,
Il grande Ulisse raggiunse la nativa sponda.
Una doppia forza di sbarre assicurava le porte;
Veloce alla porta la saggia Euriclea aspetta, ecc.
Papa.