Commento biblico di Adam Clarke
Ebrei 6:11
E desideriamo che ognuno di voi mostri la stessa diligenza per la piena certezza della speranza fino alla fine: Noi desideriamo - Επιθυμουμεν, Desideriamo ardentemente, che ogni persona tra di voi possa continuare ενδεικνυσθαι, a manifestare, mostrare a piena vista, il stessa diligenza. Potrebbe esserci motivo di sospettare che alcuni, per paura dell'uomo, potrebbero non desiderare che il bene che hanno fatto sia visto, per timore di subire anche loro la persecuzione.
Ciò non si adatterebbe allo spirito generoso e nobile del Vangelo; l'uomo che ha paura di far conoscere il suo deciso attaccamento a Dio, non è lontano dallo sviamento. Chi ha più paura dell'uomo che di Dio Onnipotente, può avere ben poca religione. Poiché la Chiesa di Cristo esigeva che tutti coloro che in questi tempi abbracciassero il Vangelo fossero pubblicamente battezzati, coloro che si sottomettevano a questo rito davano piena prova di essere pienamente convinti delle verità del cristianesimo; e diedero questo come pegno pubblico che sarebbero stati fedeli.
La stessa diligenza - Avevano una fede operosa e un amore operoso, e l'apostolo vuole che perseverino in entrambi. Sono stati diligenti, molto diligenti, e desidera che continuino così.
Alla piena certezza della speranza - Προς την πληροφοριαν της ελπιδος "La piena certezza della fede", dice il signor Wesley, "si riferisce al perdono presente; la piena certezza della speranza, alla gloria futura: la prima è il più alto grado di evidenza divina che Dio si è riconciliato con me nel Figlio del suo amore: quest'ultimo è lo stesso grado di evidenza divina, operata nell'anima dalla stessa ispirazione immediata dello Spirito Santo, di grazia perseverante e di gloria eterna.
Tanto quanto la fede ogni istante vede a viso aperto, tanto, e non più, la speranza vede per tutta l'eternità. Ma questa certezza di fede e di speranza non è un'opinione, non una semplice costruzione della Scrittura, ma è data immediatamente dal potere dello Spirito Santo, e ciò che nessuno può avere per un altro, ma solo per se stesso." Non dobbiamo fraintendere questi ottimi detti di quest'uomo eminente.
1. La persona che ha questa piena certezza di speranza è colui che non solo sa e sente che i suoi peccati sono perdonati per mezzo di Cristo Gesù, ma anche che il suo cuore è purificato da ogni ingiustizia, che tutto il corpo del peccato e della morte è distrutto, e che è reso pienamente partecipe della natura divina. Come senza la santità, la santità completa, intera, nessun uomo può vedere Dio: così, senza di essa, nessuno può scritturalmente o razionalmente sperare nella gloria eterna; è una contraddizione professare di avere la piena certezza della speranza di godere di uno stato e di un luogo per cui l'anima è cosciente di non essere preparata.
2. Quanto qui detto deve intendersi come implicante ancora l'assoluta necessità di permanere nello stesso grado di grazia da cui deriva questa piena certezza di speranza. Questa piena certezza, quindi, non implica che l'uomo persevererà assolutamente fino alla fine; ma che, se persevererà in questa stessa grazia, avrà infallibilmente una gloria eterna. Non c'è perseveranza incondizionata nella Scrittura, né può essercene in uno stato di prova.