E su di essa i cherubini della gloria che fanno ombra al propiziatorio; di cui ora non possiamo parlare particolarmente. E su di esso i cherubini della gloria - Cherubini è il plurale di cherubino, ed è assurdo aggiungere la nostra terminazione plurale (s) alla terminazione plurale dell'ebraico. La gloria qui significa la shechinah o simbolo della presenza divina.

All'ombra del propiziatorio - Uno a ciascuna estremità dell'arca, con i volti rivolti l'uno verso l'altro, ma guardando in basso sul coperchio o propiziatorio, ἱλαστηριον, qui chiamato propiziatorio.

Di cui ora non possiamo parlare particolarmente - L'apostolo non giudicò necessario alcun ulteriore resoconto di questi; e mi si può scusare dal considerarli qui particolarmente, avendo tanto detto su ciascuno nei luoghi dove occorrono nel Pentateuco. Ciò che questi indicano o significano è così spiegato da san Cirillo: Christus licet unus sit, multifariam tamen a nobis intelligitur: Ipse est Tabernaculum propter carnis tegumenturn: Ipse est Mensa, quia noster cibus est et vita: Ipse est Arca habens legem Dei reconditam , quia est Verbum Patris: Ipse est Candelabrum, quia est lux spiritualis: Ipse est Altare incensi, quia est odor suavitatis in sanctificationem: Ipse est Altare holocausti, quia est hostia pro totius mundi vita in cruce oblata.

«Anche se Cristo non è che uno, tuttavia è da noi inteso sotto varie forme. Egli è il Tabernacolo, per il corpo umano nel quale dimorava. È la Tavola, perché è il nostro Pane di vita. Egli è l'Arca che ha racchiusa la legge di Dio, perché è Verbo del Padre, è il Candeliere, perché è la nostra luce spirituale, è l'Altare dell'incenso, perché è l'odore soave della santificazione.

Egli è l'altare degli olocausti, perché è vittima, per morte di croce, dei peccati di tutto il mondo." Questo padre ha detto, in poche parole, ciò su cui altri hanno impiegato interi volumi, raffinando , spiritualizzando e allegorizzando.

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