Commento biblico di Adam Clarke
Esodo 15:11
Chi è simile a te, Signore, tra gli dèi? chi è come te, glorioso nella santità, pauroso nelle lodi, che fa prodigi? Chi è simile a te, o Signore, tra gli dèi? - Abbiamo già visto che tutti gli dèi egizi, o gli oggetti dell'idolatria egiziana, furono confusi, e resi completamente spregevoli, dalle dieci piaghe, che sembrano essere state dirette principalmente contro di loro. Qui il popolo di Dio esulta di nuovo su di loro: chi tra questi dei è simile a te? Non possono né salvare né distruggere; Tu fai entrambe le cose nel modo più segnaletico.
Poiché si suppone che le parole originali מי כמכה באלם יהוה mi chamochah baelim Yehovah abbiano costituito il motto sull'insegna degli Asmonei, e abbiano fornito il nome di Maccabeo a Giuda, loro gran capitano, dal quale furono poi chiamati Maccabei, potrebbe essere necessario dire qualche parola su questo argomento È possibile che Giuda Maccabeo abbia avuto questo motto sul suo vessillo, o almeno le sue iniziali, perché tale pratica non era rara.
Ad esempio, sullo standard romano le lettere SPQR stavano per Senatus Populus Que Romanus, cioè il Senato e il popolo romano, e מ כ ב י MCBI avrebbe potuto stare per Mi Chamochah Baelim Jehovah, "Chi tra gli dei (o i forti) è come te, o Geova!" Ma sembra dal greco Μακκαβαιος, e anche dal siriaco makabi, che il nome fosse scritto originariamente con ק koph, non כ caph.
È molto probabile, come ha osservato Michaelis, che il nome debba essere derivato da מקב makkab, martello o mazza; quindi Giuda, a causa del suo coraggio e del suo successo, avrebbe potuto essere chiamato il martello o la mazza con cui i nemici di Dio erano stati battuti, martellati e fatti a pezzi. Giuda, il martello del Signore.
Glorioso in santità - Infinitamente risplendente in questo attributo, essenziale alla perfezione della natura divina.
Pauroso nelle lodi - Tale gloriosa santità non può essere avvicinata senza la più profonda riverenza e timore, anche da parte degli angeli, che velano i loro volti davanti alla maestà di Dio. Come dunque l'uomo, che è solo peccato e polvere, dovrebbe avvicinarsi alla presenza del suo Creatore!
Fare miracoli? - Ogni parte dell'opera di Dio è meravigliosa; non solo miracoli, che implicano un'inversione o una sospensione delle leggi della natura, ma ogni parte della natura stessa. Chi può concepire come si forma un solo filo d'erba; o come terra, aria e acqua si consolidano nel corpo della quercia? E chi può comprendere come si conservano le diverse tribù di piante e animali, in tutte le caratteristiche distintive delle loro rispettive nature? E chi può concepire come l'essere umano si forma, si nutre e si sviluppano le sue diverse parti? Qual è la vera causa della circolazione del sangue? o, come i diversi disturbi producono i solidi ei fluidi della macchina animale? Cos'è la vita, il sonno, la morte? E come un'anima impura ed empia si rigenera, si purifica, si affina, e reso simile al suo grande Creatore? Questi sono prodigi che solo Dio opera, e solo a se stesso sono pienamente conosciuti.