Commento biblico di Adam Clarke
Filemone 1:8
Pertanto, sebbene potessi essere molto ardito in Cristo di ordinarti ciò che è conveniente, pertanto, sebbene potessi essere molto ardito, sarebbe meglio leggere: Pertanto, sebbene io abbia molta autorità per mezzo di Cristo, per comandarti di fare ciò che è corretto; tuttavia, per il mio amore per te, ti supplico.
La tenerezza e la delicatezza di questa epistola, dice il dottor Paley, sono state a lungo ammirate: "Anche se potrei essere molto audace in Cristo di ordinarti ciò che è conveniente; tuttavia, per amore, ti supplico piuttosto, essendo tale come Paolo il vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù, ti prego per mio figlio Onesimo, che ho generato nei miei lacci».
C'è sicuramente qualcosa di molto struggente e persuasivo in questa e in ogni parte dell'epistola. Eppure, secondo me, il carattere di San Paolo prevale in tutto. Il caldo, affettuoso, autorevole maestro intercede presso un amico assente per un amato convertito. Egli sollecita il suo vestito con una serietà che si addice, forse, non tanto all'occasione quanto all'ardore e alla sensibilità della sua stessa mente.
Anche qui, come ovunque, si mostra cosciente del peso e della dignità della sua missione; né permette che Filemone, per un momento, lo dimentichi: "Potrei essere molto audace in Cristo, per ordinarti ciò che è conveniente". Ha cura anche di richiamare, sia pure obliquamente, alla memoria di Filemone, il sacro obbligo sotto il quale lo aveva posto, portandolo alla conoscenza di Cristo: «Non ti dico come mi devi anche te stesso oltretutto.
Senza tralasciare, dunque, il carattere apostolico, il nostro autore ammorbidisce lo stile imperativo del suo discorso, mescolandovi ogni sentimento e considerazione che possa commuovere il cuore del suo corrispondente. Invecchiato, e in carcere, si accontenta di supplicare e implora. Onesimo gli fu reso caro dalla sua conversazione e dai suoi servigi, figlio della sua afflizione, e "assistere a lui nei vincoli del Vangelo.
Questo dovrebbe raccomandarlo, qualunque sia stata la sua colpa, al perdono di Filemone: "Ricevilo come me stesso, come le mie viscere". proprio dono; "Senza la tua mente non farei nulla, che il tuo beneficio non fosse come per necessità, ma volentieri;" confidando, tuttavia, nella sua gratitudine e attaccamento per l'esecuzione di tutto ciò che ha richiesto, e per di più: "Avendo fiducia nella tua obbedienza, ti ho scritto, sapendo che anche tu farai più di quanto dico.
Il discorso di san Paolo a Mileto; il suo discorso davanti ad Agrippa; la sua Lettera ai Romani; quella ai Galati, Galati 4:11 ; ai Filippesi, Filippesi 1:29 ; Filippesi 2:2 ; la seconda ai Corinzi , 2 Corinzi 6:1 ; e in effetti una parte o l'altra di quasi ogni epistola, mostra esempi di un'applicazione simile ai sentimenti e agli affetti delle persone a cui si rivolge.
Ed è osservabile che queste patetiche effusioni, tratte per lo più dalle sue stesse sofferenze e situazioni, di solito precedono un comando, ammorbidiscono un rimprovero, o mitigano l'asprezza di qualche spiacevole verità. Horae Paulinae, p. 334.