Pongo il mio arco nella nuvola, e sarà per un segno di un'alleanza tra me e la terra. Pongo il mio arco nella nuvola - Sull'origine e sulla natura dell'arcobaleno c'era stata una grande varietà di congetture, finché Antonio de Dominis, vescovo di Spalatro, in un suo trattato pubblicato da Bartolo nel 1611, suggerì in parte il vero causa di questo fenomeno, che fu poi ampiamente spiegato e dimostrato da Sir Isaac Newton.

Entrare qui in dettaglio su questo argomento sarebbe improprio; e quindi il lettore meno informato deve ricorrere ai trattati di ottica per la sua completa spiegazione. Ai lettori in generale può essere sufficiente dire che l'arcobaleno è un mero effetto naturale di una causa naturale:

1. Non si vede mai, ma in caso di pioggia.

2. Né allora, a meno che il sole non splenda.

3. Non appare mai in nessuna parte del cielo se non in quella opposta al sole.

4. Non appare mai più grande di un semicerchio, ma spesso molto meno.

5. È sempre doppio, essendoci quello che si chiama arcobaleno superiore e inferiore, o arcobaleno primario e secondario.

6. Questi archi mostrano i sette colori prismatici, rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e viola.

7. Tutto questo fenomeno dipende dai raggi del sole che cadono su gocce d'acqua sferiche, ed essendo nel loro passaggio attraverso di esse, rifratti e riflessi.

La formazione dell'arcobaleno primario e secondario dipende dalle due seguenti proposizioni;

1. Quando il sole splende sulle gocce di pioggia mentre cadono, i raggi che provengono da quelle gocce all'occhio dello spettatore, dopo una riflessione e due rifrazioni, producono l'arcobaleno primario.

2. Quando il sole splende sulle gocce di pioggia mentre cadono, i raggi che provengono da quelle gocce all'occhio dello spettatore dopo Due riflessioni e Due rifrazioni, producono l'arcobaleno secondario.

L'illustrazione di queste proposizioni va cercata nei trattati di ottica, assistiti da tavole. Dalla ben nota causa di questo fenomeno non si può razionalmente supporre che non ci fosse arcobaleno nei cieli prima del tempo menzionato nel testo, poiché poiché l'arcobaleno è l'effetto naturale dei raggi del sole che cadono su gocce d'acqua, e di il loro essere rifratto e riflesso da essi, deve essere apparso in tempi diversi dalla creazione del sole e dell'atmosfera.

Né il testo lascia intendere che l'arco sia stato ora creato per un segno a Noè e ai suoi posteri; ma che ciò che prima era creato, o meglio ciò che era l'effetto necessario, in certi casi, della creazione del sole e dell'atmosfera, dovrebbe ora essere considerato da loro come un segno infallibile della loro continua conservazione dalle acque di un diluvio; quindi il testo parla di ciò che era già stato fatto, e non di ciò che è stato fatto ora, קשתי נתתי kashti nathatti, "Ho dato il mio arco, o messo nella nuvola;" come se dicesse: Come sicuramente l'arcobaleno è un effetto necessario del sole sotto la pioggia, e deve continuare così finché il sole e l'atmosfera dureranno, così sicuramente questa terra sarà preservata dalla distruzione dell'acqua;

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