Commento biblico di Adam Clarke
Giobbe 16:18
O terra, non coprire il mio sangue e il mio grido non abbia luogo. O terra, non coprire il mio sangue - Questa è evidentemente un'allusione all'omicidio di Abele, e il verso è stato inteso in due modi diversi:
1. Qui Giobbe chiede giustizia contro i suoi distruttori. Il suo sangue è la sua vita, che considera portata via con la violenza, e quindi invoca vendetta. Che il mio sangue gridi contro i miei assassini, come il sangue di Abele gridò contro Caino. La mia vita innocente è tolta con la violenza, come lo è stata la sua vita innocente; siccome dunque alla terra non fu permesso di coprire il suo sangue, affinché il suo assassino fosse nascosto, allo stesso modo sia vendicata la mia morte.
2. Si è supposto che il brano significhi che Giobbe si considerava accusato di aver versato sangue innocente; e, cosciente della propria perfetta innocenza, prega che la terra non copra il sangue da lui versato. Così il signor Scott: -
"O terra, il sangue che mi accusa si rivela;
La sua voce penetrante in nessun recesso nasconde."
E questa nozione è seguita da Mr. Good. Ma, con tutto il rispetto per questi dotti, non vedo che questo significato possa essere sostenuto dal testo ebraico; né il passaggio era così inteso da nessuna delle versioni antiche. Preferisco dunque il primo senso, che è sufficientemente naturale, e del tutto alla maniera di Giobbe nella sua appassionata querula.