Commento biblico di Adam Clarke
Giobbe 17:16
Scenderanno alle sbarre della fossa, quando il nostro riposo insieme sarà nella polvere. Scenderanno alle sbarre della fossa - Tutto quello che ho deve scendere nelle profondità della tomba. Là stiamo andando tutti; e lì solo posso riposare. בדי baddey, che traduciamo barre, significa anche rami, arti dilatati o artigli, e può qui riferirsi sia a una personificazione della tomba, un mostro che si impadronisce dei corpi umani, e li tiene saldi nella sua morsa mortale; o ai diversi vicoli di diramazione nei cimiteri sotterranei, o catacombe, in cui sono ricavate nicchie per l'accoglienza di corpi diversi.
Quando il nostro riposo insieme è nella polvere - Cioè, secondo alcuni critici, la mia speranza ed io discenderemo insieme nella tomba. Non sarà mai realizzato, perché il tempo della mia partenza è vicino.
Quali ombre profonde in quei tempi gravavano sullo stato dell'uomo dopo la morte, e su ogni cosa che appartiene al mondo eterno! Perplessità e incertezza furono le conseguenze; e una corrispondente oscurità spesso indugiava nelle menti anche dei migliori credenti dell'Antico Testamento. Gli amici di Giobbe, benché dotti in tutta la sapienza degli Arabi, connessa con i vantaggi derivabili dagli scritti mosaici, e forse da quelli dei profeti precedenti, avevano poco chiaro o distinto nelle loro menti relativamente a tutti i soggetti post mortem, o dell'invisibile mondo.
Giobbe stesso, sebbene a volte fortemente fiducioso, è spesso assillato da dubbi e paure sull'argomento, tanto che i suoi detti e la sua esperienza appaiono spesso contraddittori. Forse non potrebbe essere altrimenti; la vera luce non era allora venuta: solo Gesù ha portato alla luce la vita e l'immortalità con il suo Vangelo.
Commento alla Bibbia, di Adam Clarke [1831].